Roma, la città rischiava di restare senz'acqua: in carcere due ladri
Se non fosse stato per il sistema supplementare di erogazione elettrica automatico in parallelo, Roma sarebbe rimasta oggi sen'acqua potabile. Ecco perché
ROMA - Oltre due chilometri di filo di rame. Matasse da 3240 chili, per un valore di 50 mila euro. Avevano messo a segno un bel colpo i quattro albanesi presi dai carabinieri del nucleo radiomobile per aver rubato il materiale nell'impianto "Acqua Vergine" di via Collatina, area di proprietà dell'Unità patrimonio e sorveglianza della "Acea Ato spa".
Roma rischiava di restare senz'acqua
Se non fosse stato per il sistema supplementare di erogazione elettrica automatico in parallelo, Roma sarebbe rimasta oggi sen'acqua potabile. I quattro, accusati di rapina dal pm Paolo Auriemma, sono comparsi oggi in tribunale per essere giudicati con il rito direttissimo.
Il furto degli indagati
I giudici dell'VIII sezione del tribunale, dopo aver convalidato il loro fermo ed emesso l'ordinanza di custodia cautelare in carcere, ha concesso al difensore degli indagati i termini a difesa e rinviato il processo all'11 aprile prossimo. Gli albanesi, tra i 22 ed i 40 anni di età. Due di loro, Celoj Velo e Rudaj Dorjan, sono riportati nella contestazione formulata da pm Paolo Auriemma in cui si fa riferimento anche ad un soggetto rimasto ignoto e che era alla guida di un furgone. Il gruppo di malviventi sono entrati nell'area dell'Acea con tre diversi automezzi. Dopo aver scardinato il cancello di accesso.
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