24 aprile 2024
Aggiornato 20:30
i fatti del 27 novembre

Omicidio di Velletri, la fidanzata: «Il mio amore è stato assassinato con un abbraccio mortale»

A quasi un mese dall'omicidio del suo compagno, Francesco Maria Pennacchi, ha scritto una lettera per ricordare il suo amore scomparso e raccontare la verità sulla notte dell'omicidio

ROMA - La fidanzata di Francesco Pennacchi, il commercialista 32enne di Velletri ucciso a seguito di una lite tra vicini di casa un mese fa, ha deciso di raccontare come sono andate esattamente le cose e ha scritto una lettera alla stampa per divulgare la sua verità sull'accaduto.

La lettera di Pamela
«Voglio raccontare la verità su Francesco, non ci sono giustificazioni per il suo omicidio», scrive Pamela Leoni, la fidanzata della vittima. A quasi un mese dall'omicidio del suo compagno, Francesco Maria Pennacchi, ha voluto scrivere una lettera, per ricordare il suo amore scomparso e raccontare la verità sulla notte dell'omicidio. «Sono la fidanzata di Francesco Maria Pennacchi brutalmente assassinato davanti alla porta del suo ufficio - esordisce Pamela - Lo conoscevo da tredici anni e ci tengo a precisare che pur avendo vissuto per soli 32 anni si è sempre dimostrato un uomo con valori  d’altri tempi, semplice, sensibile e profondo, colto e pieno di interessi».

Come si è svolto l'omicidio
«Vorrei che venissero raccontati i fatti così come si sono svolti. Si è scritto e sentito dire di party in ufficio, di svariate coltellate, di discussioni precedenti all’aggressione. Trattasi di meri tentativi di 'giustificare' o 'attenuare' l’atrocità che si  è consumata la notte tra il 26 ed il 27 Novembre a Velletri ai danni di un ragazzo tanto adorato amato e stimato. Non ci sono state liti, non ci sono state minacce, non c’è stato neanche il tempo di potersi rendere conto di quanto stesse accadendo - prosegue Pamela - L’assassino è uscito dalla propria abitazione con il coltello nascosto dietro ai pantaloni, lamentandosi dei rumori e dirigendosi verso la vittima che aveva appena chiuso il portone dell’ufficio»

L'abbraccio all'Albanese che ha ucciso Francesco
«Ha inflitto  una coltellata, ripeto UNA, definita 'abbraccio all’Albanese', trafiggendo il petto dalla parte destra verso l’interno, causando una ferita mortale.  Né Francesco né i due amici che lo avevano accompagnato in ufficio per prendere il PC, hanno avuto il tempo di rendersi conto di quanto stesse accadendo e potersi in qualche modo difendere. Francesco continua a vivere nei cuori di chi lo ha conosciuto o anche visto solo per pochi minuti. Aveva una forza, una carica interiore e una vitalità uniche», si conclude la lettera della ragazza.