Tangenti a Roma, lavori fatti male e mazzette a go go
Trovato in una delle pen drive sequestrate l'archivio di tutte le società coinvolte
ROMA - «Lavori di manutenzione stradale fatti male, o addirittura non fatti del tutto vengono tuttavia pagati dall'ente pubblico con un profitto significativo ed ingiusto dell'imprenditore e del funzionario corrotto». Lo scrive il gip Massimo Di Lauro in un passo dell'ordinanza di custodia cautelare in carcere per sette funzionari del Comune di Roma accusati di corruzione. Secondo quanto riferito dal giudice «l'indagine ha portato ad emersione, come le risorse dei contribuenti vengono dirottate dalla manutenzione urbana, che ne risulta gravemente compromessa, alle tasche degli imprenditori e dei pubblici funzionari infedeli».
Mazzette a tangenti a go go
Dopo aver elencato le diverse società facenti riferimento all'imprenditore Luigi Martella, che è al centro di una serie di mazzette, e ha confessato ai magistrati, il gip Di Lauro sottolinea come al momento delle perquisizioni da parte dei carabinieri del Noe siano state trovate delle pen drive con archiviati i dati di tutte le diverse aziende. Dai files è emersa la contabilità parallela utile per pagare le tangenti che poi hanno trovato ampio riscontro con le dichiarazioni dello stesso Martella e di un altro indagato.
Emerge un comprovato sistema di corruzione
Con la voce «lavori extra non quantificabili» il file Excel presente in una delle pen drive sequestrate, secondo il giudice, «codifica l'importo delle mazzette pagate a pubblici funzionari, vale a dire il prezzo di una serie di corruzioni». Questo dato, sempre secondo il magistrato, «è stato poi corroborato sia dai controlli che dalla confessione di uno degli indagati». Lo spaccato che emerge - si spiega - «è quello di un sistematico ricorso degli imprenditori alla corruzione per supportare l'attività del gruppo». Martella nell'interrogatorio reso ai magistrati spiega: «All'aggiudicazione dell'appalto si concordavano alcune 'agevolazioni' rispetto al capitolato. Mi spiego: se si trattava di rifare un selciato e il capitolato indicava 20mila metri quadri di sampietrini si concordava ad esempio che la rimozione, invece di essere fatta a mano - come è previsto - ce la facessero fare in altro modo. Del resto i lavori avevano tali ribassi che diversamente non si sarebbe potuto fare». E poi «se si dovevano pulire dieci fognoli ci accordavano per pulirne solo due e così via». (Fonte Askanews)