Tocci: «Non mi candido a sindaco di Roma»
"La mia generazione ha fatto il suo tempo", ha detto il senatore del Pd ai microfoni di Radio Cusano Campus
ROMA - «Non mi candido a sindaco di Roma, nonostante io sia un senatore del Partito Democratico che verrebbe appoggiato anche da Fassina e dagli esuli del Pd. La mia scelta è decisa da tanto tempo, io ho passato sette anni appassionanti in cui ho dedicato tutto me stesso a Roma, ma le cose appassionanti della vita sono anche irripetibili». Lo ha detto il senatore del Pd Walter Tocci a Radio Cusano Campus.
Tocci: La mia generazione ha fatto il suo tempo
«La mia generazione - prosegue - ha fatto il suo tempo, è il momento che noi ci ritiriamo in seconda o in terza fila. Potrei mettere al servizio di una nuova generazione la mia esperienza. E aggiungo: metterei di nuovo d'accordo tutta la sinistra, ma se questo accordo avvenisse solo sul mio nome comunque non sarebbe solido. Spero che si trovi un accordo del Pd con la sinistra romana non solo sul mio nome, ma su un progetto, su un'idea».
Roma dovrebbe diventare una regione
Walter Tocci pensa che Roma dovrebbe diventare una regione a sé stante: «Cancellare la parola Lazio dalla geografia nazionale? Lazio è una bella squadra e questo rimarrà comunque, ma il Lazio come regione è una finzione amministrativa, perché non c'è una identità, una omogeneità, né storica, né geografica, né economica. Se in futuro si aprisse una discussione sulla riduzione del numero delle regioni, e questo è un grande problema italiano, perché non si può andare avanti con venti regioni, se si dovessero fare 10-12 macroregioni, si potrebbe realizzare una regione più piccola, che sarebbe quella della Capitale, come accade ad esempio a Berlino. La Capitale in questo modo acquisirebbe poteri legislativi. La rinascita di Roma richiede una nuova politica economica, la capacità di creare lavoro, questo non può farlo soltanto un Comune, servono anche le funzioni legislative».