Onoranze funebri, un giro d'affari che nella Capitale vale oro
La protesta di Assifur ha sollevato un problema normativo che investe uno dei settori più redditizi della città
ROMA - La protesta è scoppiata presso il Policlinico Casilino, dove un'agenzia funebre gestisce l'obitorio da oltre 30 anni: si tratta di un giro d'affari non indifferente, ma soprattutto di "un monopolio inaccettabile». Eppure, a Roma, non è l'unico caso. Intorno ai defunti che riempiono i cimiteri capitolini si muovono migliaia e migliaia di euro.
Il caso del Policlinico Casilino
La protesta di Assifur ha dato il via a tutto. Davanti all'obitorio del Policlinico Casilino sfilano auto funebri, una dietro l'altra, con lo stesso marchio, quello dell'agenzia funebre Fabozzi. E' il nome della ditta privata che ha in gestione da trent'anni le camere mortuarie del nosocomio, e che di fatto gestisce un vero e proprio monopolio nel settore, in barba alle regole della concorrenza. Per questa ragione i piccoli imprenditori di Assifur (Associazione Imprese Funebri Riunite) gridano allo scandalo, e cercano giustizia: «Siamo di fronte a un chiaro esempio di attività imprenditoriale lesiva del principio di libera concorrenza». Quello del caro estinto è un settore che vale oro, perché stretto nelle maglie di un mercato viziato dall'assenza di regole certe.
Un settore che vale oro
Esistono infatti diverse lacune legislative, delle quali è possibile approfittare realizzando grandi affari. La riforma del Titolo V della Costituzione dà alle Regioni la possibilità di legiferare in materia di Polizia Mortuaria, e alcune regioni lo hanno fatto, ma il Lazio non ha adottato nessuna normativa chiara, specie sulla gestione degli obitori negli ospedali. Perciò, non di rado, nascono alleanze strategiche tra le ditte di onoranze funebri e il personale ospedaliero, che sa indirizzare i cari presso l'agenzia più conveniente (per il proprio tornaconto). I controlli sono pressocché nulli, e le rare applicazioni dei divieti sono state oggetto di varie impugnazioni al Tar, con esiti differenti: il mercato, di fatto, procede con regole proprie. Quelle della concorrenza più spietata e sleale. Alle accusa rivolte dai piccoli imprenditori del caro estinto, la ditta Fabozzi replica di non avere nulla da nascondere e di agire secondo le regole, ma - evidentemente, se è vero che detiene un monopolio 30ennale nel settore - queste avrebbero bisogno di essere perfezionate.