16 luglio 2025
Aggiornato 07:30
Istruzione

Riforma dei nidi, genitori sul piede di guerra

«Con i nuovi modelli organizzativi del Comune è il caos», attacca il Gruppo Zero-Sei, la rete di famiglie dei bambini che frequentano gli asili nido. Che presentano un ricorso al Tar

ROMA (askanews) – «Gruppo Zero-Sei», la rete di genitori dei bambini che frequentano gli asili nido e le materne di Roma Capitale, che a febbraio aveva presentato una diffida e un esposto raccogliendo 7 mila firme in tutti i nidi capitolini, scende di nuovo in campo presentando un ricorso al Tar per chiedere l'annullamento dei nuovi modelli organizzativi proposti dal Comune. La loro applicazione prevede che non vengano più inviate supplenti in sostituzione della prima assenza delle educatrici, fatto che determina l'eliminazione del rapporto numerico 1/6 tra educatrice e bambini e rende il nido un posto insicuro nel quale risulta impossibile attuare il progetto educativo a cui il Comune si è impegnato al momento dell'iscrizione.

Le ragioni delle famiglie
«Ad oggi il ricorso al Tar è l'unico modo per tentare di ottenere l'annullamento in via definitiva dell'Allegato D all'atto unilaterale con cui il Comune ha applicato questi nuovi modelli organizzativi – dice l'avvocato Riccardo Roselli che, insieme alla mamma avvocatessa del IX Municipio Valentina Paiella, ha redatto e presentato il ricorso al Tar con istanza di sospensiva immediata – Da quando, in seguito al referendum dei dipendenti capitolini, il Comune ha deciso la riapplicazione di questi nuovi modelli, negli asili nido comunali è ricominciato il caos – prosegue Paiella – Abbiamo raccolto molti documenti che attestano il verificarsi quasi quotidiano di situazioni di fuori rapporto, che in alcuni casi arrivano anche a picchi di un'educatrice con 30 bambini. Con questi numeri come è possibile garantire la sicurezza e la realizzazione del progetto educativo? Senza contare che in alcuni casi il fuori rapporto è reso ancora più grave dalla presenza di bambini con handicap o per i quali è prevista la somministrazione di farmaci salva vita. Come ho già detto in occasione della presentazione della diffida – conclude – questa riforma è estremamente lesiva dei diritti di bambini, che, ricordiamolo, hanno un'età compresa tra 4 mesi e 3 anni e nel nido dovrebbero trovare un luogo accogliente con delle precise figure di riferimento. Invece in questi casi si ritrovano 'parcheggiati' spesso anche con educatrici di altre sezioni, soprattutto nei momenti più delicati come l'accoglienza o il risveglio dopo il riposo pomeridiano».

Confronto negato
«Avevamo tirato un sospiro di sollievo a febbraio quando il Comune aveva sospeso l'applicazione dei nuovi modelli organizzativi, anche a seguito della presentazione delle migliaia di firme raccolte in tutta Roma – dice Melissa Tanariva, la mamma del XIII Municipio che a gennaio con Whatsapp ha creato la rete dei genitori che si sta battendo contro questa riforma – In quell'occasione avevamo chiesto che il sindaco Marino e l'assessore Masini ricevessero una nostra delegazione per cercare di trovare insieme una soluzione condivisa. Ci dispiace davvero molto che in tanto tempo a disposizione non abbiano ritenuto opportuno confrontarsi con noi su un tema così delicato. Noi genitori continuiamo a ritenere che un dialogo con l'Amministrazione sul tema dell'infanzia sia imprescindibile. Ed è per questo che ribadiamo il nostro invito ad un confronto diretto e sereno nel quale poter affrontare anche la questione altrettanto delicata delle aperture degli asili nido nel mese di luglio. Sarebbe veramente il colmo se, come già accaduto lo scorso anno, il servizio fosse riservato esclusivamente alle strutture private convenzionate».