Occupazione abusiva, il Comitato popolare a processo
L'inchiesta coordinata dal pm Luca Tescaroli coinvolge ventidue persone, a partire 56enne Pina Vitale. Sono accusate di associazione per delinquere per «aver pianificato e attuato» invasioni e di furto di energia
ROMA (askanews) – La Procura di Roma ha chiuso le indagini rispetto ad alcune occupazioni abusive di immobili eseguite nella Capitale dal Comitato popolare di lotta per la casa. Sotto accusa ci sono 22 persone. Quattordici di loro, a cominciare dalla 56enne Maria Giuseppa Vitale, detta Pina, sono accusate di associazione per delinquere per «aver pianificato e attuato», dal 2011 al 2014, l'invasione dell'ex scuola Amerigo Vespucci, dell'ex sede distaccata dall'Istituto tecnico Hertz, dell'ex clinica San Giorgio, della Basilica di Santa Maria Maggiore, dell'immobile a Caracalla che ospita l"Angelo Mai Altrove Occupato', dell'ex succursale dell'istituto alberghiero in via di Tor Carbone e di altre due strutture a Dragoncello.
Le accuse
Ai 14 il pm Luca Tescaroli attribuisce anche il furto di risorse energetiche (luce, acqua e gas), oltre ai reati di estorsione, violenza privata, ingiuria e minaccia «al fine di realizzare profitti illeciti, anche di natura patrimoniale». Maria Giuseppe Vitale, stando al capo di imputazione, «promuoveva, costituiva e organizzava l'associazione, rivestendo il ruolo di capo, gestiva gli immobili occupati per produrre reddito, perseguendo anche l'obiettivo di arricchimento personale, trattenendo per se', in tutto o in parte, i denari versati dagli occupanti, formalmente destinati ad alimentare il cosiddetto 'fondo cassa'».