Berlusconi contro il capo dello Stato: «Al di là delle funzioni costituzionali»
Per il leader di Fi questa situazione ha portato a una «distorsione patologica di una democrazia parlamentare. Il problema è che oggi il presidente della Repubblica non ha una legittimazione popolare. Si è verificata una frattura irrisolta tra la lettera della Costituzione e la pratica quotidiana»
ROMA - Nella sua conferenza stampa per lanciare il presidenzialismo, Silvio Berlusconi ha attaccato duramente il presidente della Repubblica: «Il capo dello Stato ora non è espressione della volontà dei cittadini ma è deciso a seguito di molti contrasti e compromessi da due-tre segretari di partito in una stanza chiusa e per lo più di notte. Quindi, con le idee non chiarissime».
AL DI LA' DI COSTITUZIONE - Il leader di Forza Italia insiste: «Abbiamo un Capo dello Stato che è oggi passato al di là delle funzioni previste dalla Costituzione». Questa situazione, spiega Berlusconi, ha portato a una «distorsione patologica di una democrazia parlamentare». «Il problema è che oggi il capo dello Stato non ha una legittimazione popolare. Si è verificata una frattura irrisolta tra la lettera della Costituzione e la pratica quotidiana».
SUPPLENTE EMERGENZIALE - «Il Capo dello Stato negli ultimi decenni - dice Berlusconi - si è trovato a svolgere sempre più un ruolo di supplenza emergenziale. Ma quando l'emergenza si protrae troppo a lungo, finisce per diventare fisiologia. Che è però, indiscutibilmente una distorsione patologica in una democrazia parlamentare. Il problema è che oggi il Capo dello Stato non ha una legittimazione popolare nello svolgere il suo ruolo di garante attivo del buon funzionamento dello Stato».
TOGLIERE ELEZIONE A SEGRETARI PARTITO - «Si è verificata una frattura irrisolta tra lettera della Costituzione e la pratica quotidiana del mandato presidenziale. Non è più sopportabile - insiste - che la legittimazione popolare sia surrogata da imperscrutabili accordi tra i segretari dei partiti. Oggi, come sappiamo bene, per eleggere il presidente della Repubblica contano più i segretari dei partiti e i franchi tiratori che i cittadini italiani».