Zaia contrario al piano per Roma e batte cassa per mettere in sicurezza la Regione
l governatore del Veneto: «Se alla Capitale verranno concesse risorse per la sicurezza, vorrà dire, una volta di più, che siamo trattati come periferia dell'impero». Sui cantieri: «Pronti a cantierare 400 milioni di euro di opere. Ne abbiamo altre 2,8 miliardi pronte, ma non abbiamo soldi»
VENEZIA - «Se a Roma verranno concesse risorse per la sicurezza, vorrà dire, una volta di più, che siamo trattati come periferia dell'impero. Sono puntualmente contrario», ha ribadito Luca Zaia, presidente del Veneto, rispondendo ad una domanda dei giornalisti sul possibile finanziamento alla capitale per le misure di sicurezza. «Il finanziamento starà a certificare che il concetto di sperequazione verrà introdotto in Costituzione, modificando la stessa Carta. Che peraltro - ha sottolineato Zaia - è da ritenersi già cambiata perché la nostra Repubblica non è più fondata sul lavoro, considerati anche i 195mila disoccupati del Veneto». Soffermandosi sulle recenti «devastazioni» a Roma, il governatore veneto ha ribadito la sua solidarietà alle forze dell'ordine, aggiungendo che «non sono affatto dei martiri coloro che per tali vengono fatti passare, pur avendo manifestato violentemente».
Quindi Zaia ha spiegato che la Regione Veneto ha inviato al presidente del Consiglio, Matteo Renzi, il dettaglio delle opere cantierabili per mettere in sicurezza la regione dal dissesto idrogeologico. Il governatore ha presentato il documento predisposto dallo staff dell'ingegner D'Alpaos che elenca le opere per mettere in sicurezza il territorio veneto.
NOI PRONTI AD APRIRE CANTIERI - «Per noi è un po' una sfida - ha spiegato Zaia, che ha parlato in varie occasioni col premier Renzi - abbiamo lavorato in questi tre anni per cantierare 400 milioni di euro di opere. Ne abbiamo altre 2,8 miliardi pronte da mettere in cantiere, ma non abbiamo soldi. Siccome il governo dice di avere due miliardi a disposizione, andiamo al vedo. Si finanzino le opere di quelle Regioni che sono pronte a fare i lavori, altrimenti finisce come a Pompei: soldi stanziati e opere non fatte».
A POMPEI I SOLDI E NON FANNO OPERE - «Le opere sono tutte in fase di progettazione - ha aggiunto il governatore - abbiamo l'eredità dell'alluvione del 2010 e di una programmazione praticamente assente. Sono stati già investiti 400 milioni di euro per 925 opere e rimanenti 2,8 miliardi di opere da cantierare e realizzare, ma il Veneto è pronto». Il presidente del Veneto ha quindi ricordato che «la situazione è critica nel Veneziano ma anche a Vicenza, il Piave, Monteforte d'Alpone, l'Adige, un po' tutti i bacini idrografici, l'emergenza è forte e dobbiamo risolverla. Noi dobbiamo avere le risorse - ha ribadito -, 21 miliardi delle tasse pagate dai Veneti restano a Roma ed è bene che tornino a casa. Noi non vogliamo un'altra Pompei e, del resto il Veneto non è come Pompei. Sentire che a Pompei ci sono i soldi stanziati ma non si fanno le opere, fa rabbrividire. Noi abbiamo le opere e i cantieri pronti», ha concluso.
Quindi Zaia ha cambiato argomento, felicitandosi dei tanti veneti intorno a Papa Francesco: «Il Veneto è una delle Regioni più cattoliche in Italia. Il sentimento della cristianità e del cattolicesimo che lambisce la nostra comunità è forte. Guardo con soddisfazione alle prese di posizione di Papa Francesco e ci sentiamo sereni anche perché è circondato da veneti, i massimi collaboratori del Pontefice sono veneti e questo è un grande segnale».
PAPA FRANCESCO VENGA IN VENETO - Il presidente si è detto quindi felice di poter accogliere Padre Bergoglio a Lorenzago nel Bellunese, dove Papa Wojtyla ha trascorso le sue vacanze e ha assicurato che il bosco di Lorenzago è ormai il bosco di Papa Wojtyla facendo intendere una prossima intitolazione. «Il bosco di Lorenzago - ha spiegato Zaia - è assodato che sia di Wojtyla, le foto delle sue passeggiate hanno fatto il giro del mondo. È anche l'occasione di invitare Papa Francesco in Veneto, è la nostra massima aspirazione. Gli faremo fare vacanza parca e modesta nel suo stile, ma per noi sarebbe un grandissimo onore se venisse a inaugurare il bosco di Wojtyla», ha concluso.