2 maggio 2024
Aggiornato 00:30
Vertice italo-francese

Piena intesa fra Letta e Hollande

RP | RP | Il premier: «Insieme Italia e Francia vogliono lavorare perché quella 2014-'19 sia la legislatura (europea, ndr) della crescita: ci vogliamo lasciare alle spalle la legislatura della sola austerità, la legislatura della crisi». L'inquilino dell'Eliseo: «Abbiamo la stessa intenzione di fare dello sviluppo e della stabilità il cuore della nostre decisioni»

ROMA – Vertice Italia-Francia: il premier Enrico Letta, dopo il colloquio con il suo omologo Francois Hollande, ha dichiarato: «Insieme Italia e Francia vogliono lavorare perché quella 2014-'19 sia la legislatura (europea, ndr) della crescita: ci vogliamo lasciare alle spalle la legislatura della sola austerità, la legislatura della crisi».

ITALIA E FRANCIA INSIEME- Letta ha sottolineato che «mai come questa volta la cooperazione tra Italia e Francia ha raggiunto livelli di intensità così forte: per il numero di ministri presenti, per l'intensità degli scambi e per la positività di conclusione perché insieme abbiamo decise di prendere insieme iniziative molto significative a livello europeo perché l'Europa entri in una legislatura basata sulla parola crescita».

CRESCITA SARA' NOSTRO MANTRA - In particolare tra i governi di Italia e Francia «c'è un'intesa molto forte sul tema dell'Eurozona: la governance, il bilancio, e la capacità finanziaria che è il grande obiettivo. Dobbiamo fare sì che accanto alla moneta unica ci siano quelle politiche che permettano alla moneta di sviluppare tutti gli aspetti positivi e non solo quelli visti come negativi da nostri cittadini e imprese. La crescita sarà il mantra, il titolo del semestre italiano di presidenza che sarà 'italo-francese'» per la grande consonanza di vedute sui temi europei.

TROPPA TIMIDEZZA SU UNIONE BANCARIA - Quindi il premier ha annunciato: «Vogliamo lavorare dal prossimo Consiglio di dicembre perché sia applicato tutto quello che abbiamo deciso sull'Unione bancaria. Vediamo qualche eccesso di timidezza in giro per l'Europa, invece bisogna assolutamente che il Consiglio europeo di dicembre permetta la partenza dell'Unione bancaria».

TRENO TORINO-NIZZA - Con il presidente francese Francois Hollande «naturalmente abbiamo parlato del tema della continuazione della Tav», ma anche di «un'altra importante infrastruttura, la Torino-Cuneo-Ventimiglia-Nizza», un progetto teso a «rendere ancora più osmotici i nostri due Paesi», ha spiegato il presidente del Consiglio.

TAV AVANTI COME DA PROGRAMMA - La Tav Torino-Lione «è una grande infrastruttura che va avanti con la tempistica indicata: è un asse strategico europeo, ed è fondamentale che il nostro Paese sia all'interno di questi assi strategici», ha ribadito il primo ministro. Poi Letta ha commentato i tafferugli avvenuti a Roma fra manifestanti No Tav e forze dell'ordine: «Esprimo profondo dispiacere per gli incidenti che si sono verificati oggi a Roma, insieme all'auspicio e alla speranza che non abbiano creato danni irreparabili».

DISOCCUPAZIONE GIOVANILE INCUBO - Concluso l'argomento alta velocità, Letta è tornato a parlare di Ue: «La lotta alla disoccupazione giovanile, l'incubo di tutti noi, è un modo in cui l'Europa dimostra di parlare ai cittadini europei dei loro problemi più gravi. Ci sono i primi risultati concreti, vogliamo che ce ne siamo di più. Il confronto alle prossime elezioni europee non sarà tra destra e sinistra come è stato finora ma tra chi vuole l'Europa dei popoli e chi vuole l'Europa dei populismi».

SCONFIGGERE POPULISMI - Secondo il premier Francia e Italia «vivono una dinamica simile» circa i movimenti populisti, «e questo ci deve vedere molto impegnati a far sì che le prossime elezioni arrivino in un momento in cui l'Europa riesca a impostare una missione, quella della crescita, e che sia percepita in modo diverso da come i cittadini l'hanno percepita negli ultimi anni. In quel caso vinceranno i populismi. Sarà difficile da raddrizzare nella fase delle elezioni: per questo è importante il Consiglio Ue di dicembre, vanno dati messaggi molto chiari sulla legislatura della crescita. Sono molto felice dei colloqui di oggi: non lo voglio definire un asse ma so per certo che Italia e Francia vogliono una legislatura di crescita e so per certo che faremo di tutto perché questo accada e cercheremo di trascinare il maggior numero di Paesi su questo obiettivo. Dobbiamo prendere il vessillo di una battaglia tutta politica, non tecnica, a favore di un'Europa dei popoli. Se non capiamo il grandissimo rischio che corre l'Europa... Noi lo vediamo e vogliamo combattere questa battaglia».

HOLLANDE, INTESA SU CRESCITA - Quindi ha preso la parola Hollande, che ha sostenuto l'agenda comunitaria di Letta: «Questa è stata una legislatura Ue di crisi, assieme ad Enrico vogliamo che la prossima legislatura sia di crescita. Abbiamo la stessa intenzione di fare della crescita e della stabilità il cuore della nostre decisioni, al vertice europeo di dicembre per il lavoro, e al futuro Parlamento europeo. Tantopiù - ha notato Hollande - che nel 2014 l'Italia avrà presidenza di turno dell'Ue».

SU TAV MANCANO PASSI IMPORTANTI - Il presidente francese è poi subito passato alla Torino-Lione: «Vediamo la fine del tunnel. Siamo due popoli che si impegnano assieme e lo si vede anche nelle grandi infrastrutture». Hollande ha però sottolineato che dal punto di vista procedurale del Tav «siamo all'inizio del tunnel perché ci sono due passi importanti per questa infrastruttura. Il primo, compiuto, è stata la ratifica da parte dei Parlamenti nazionali dell'accordo del 2012. Il secondo passo, ancora da compiere, è il voto del Parlamento europeo sui fondi che verranno resi disponibili, di cui una parte per la Tav. Nel 2014 la gara verrà sottoscritta e i lavori potranno iniziare a fine 2014 o inizio 2015».

ALITALIA-AIR FRANCE - L'inquilino dell'Eliseo ha poi speso qualche parola sulla partnership Alitalia-Air France: «Ho solo auspicato che le trattative si concludano nel migliore dei modi. Non sta a me parlarne, perché non sono il presidente di Air France. Ci sono discussioni che si devono concludere» a livello industriale «e che devono essere nell'interesse delle due compagnie».

IRAN NON PROVOCHI - In conclusione Hollande ha ricordato lo svolgimento delle trattative sul nucleare in Iran. A Khamenei che ha accusato la Francia di essersi piegata agli interessi di Israele, il presidente francese ha risposto: «La Francia ha fatto in modo di avere una dichiarazione che riunisce i 5+1 (Stati Uniti, Russia, Cina, Regno Unito, Francia e Germania) ed è sulla base di questa dichiarazione che abbiamo riaperto la discussione. Però è anche vero che le osservazioni di Khamenei non vanno certo nel senso di una tranquillità e di comprensione. L'Iran dia delle risposte e non delle provocazioni».