25 aprile 2024
Aggiornato 02:30
Fratelli d'Itralia

Meloni: «L'allarme dell`Inps nasce dalla gestione criminale dei politicanti»

L'ex ministro: «All'appello del presidente Mastrapasqua non segua l'ennesima riforma diretta a penalizzare ulteriormente i giovani, che sono stati già condannati ad andare in pensione in media a 70 anni»

ROMA - «L'allarme dell'Inps sulla sostenibilità dei suoi conti nasce dalla gestione criminale dei politicanti della Prima Repubblica, che negli anni hanno sempre distribuito favori e prebende per ottenere consenso elettorale e hanno scaricato il peso delle loro decisioni scellerate sulle spalle delle generazioni future», ha tuonato in una dichiarazione la presidentessa dei deputati di Fratelli d'Italia (Fdi), Giorgia Meloni.

COLPA DELLE PENSIONI D'ORO - Meloni ha proseguito: «Fin dalla riforma Amato del 1992 il sistema pensionistico italiano è stato oggetto di una lunga serie di modifiche, tutte incentrate però a recuperare risorse dalle pensioni future senza intaccare i cosiddetti 'diritti acquisiti' dei pensionati d'oro. All'appello del presidente Mastrapasqua non segua dunque l'ennesima riforma diretta a penalizzare ulteriormente i giovani, che sono stati già condannati ad andare in pensione in media a 70 anni con un pensione da fame».

RICALCOLARE CONTRIBUTI - L'ex ministro ha concluso: «Il Parlamento abbia il coraggio di schierarsi una volta per tutte contro privilegi e rendite di posizione, per dare un forte segnale di giustizia ed equità tra le generazioni. Per questo, chiediamo a tutte le forze politiche di sostenere la proposta di legge di Fdi ora all'esame della commissione Lavoro di Montecitorio e che prevede di fare una cosa molto semplice: ricalcolare i contributi per tutte le pensioni che superano 10 volte la pensione minima. Se i contributi non sono stati effettivamente versati, la parte eccedente viene tagliata e destinata ad aiutare i giovani e le pensioni minime e di invalidità».

FIDENZA, LETTA FALLIMENTARE COME MONTI - L'eurodeputato di Fdi, Carlo Fidenza invece ha ricordato che «per il nono trimestre consecutivo l'Istat conferma che il Pil in Italia diminuisce nonostante gli ultimi due governi, Monti prima e Letta ora, siano nati proprio per affrontare e risolvere la crisi: non ci sono riusciti e l'ennesimo calo del Pil è il segno tangibile che le politiche economiche che si stanno portando avanti sono insufficienti e sostanzialmente fallimentari».

LE COLPE DELLA GEMANIA - Fidenza ha spiegato: «La perdurante crisi non è solo colpa del governo italiano, e finalmente anche la Commissione Ue ha incominciato ad aprire gli occhi, ma è incrementata anche dalla Germania che esporta e risparmia troppo ma investe poco finendo in questo modo per non stimolare la domanda interna».
L'eurodeputato ha concluso: «Anche il ministero del Tesoro americano e il Fmi hanno pubblicamente criticato la crescita trainata dall'economia tedesca, basata su una contrazione della domanda interna e un forte export, poiché infatti anche quest'anno il rapporto tra le partite correnti e il Pil è del 6,8 per cento a favore della Germania mentre, come previsto dai Trattati europei, il surplus delle partite correnti di un Paese europeo non può superare il 6 per cento del Prodotto interno lordo. Questa situazione, denunciata agli organismi comunitari presentando una apposita interrogazione, ha un impatto negativo diretto su tutti gli altri paesi dell'area Euro, compresa l'Italia. Ci aspettiamo dall'Ue la stessa severità che adotta nelle sue continue ingerenze nelle scelte economiche italiane».