Emergenza rifiuti a Napoli: condannati Bassolino, Iervolino e altri
La Corte dei Conti ha condannato sette ex amministratori del Comune di Napoli al risarcimento di un danno di complessivi 5.608.935,35 euro per aver continuato a pagare lavoratori senza impiegarli nella raccolta dei rifiuti
NAPOLI - La Corte dei Conti ha condannato sette ex amministratori del Comune di Napoli al risarcimento di un danno di complessivi 5.608.935,35 euro per aver continuato a pagare lavoratori senza impiegarli nella raccolta dei rifiuti. I fatti al centro del procedimento sono relativi ai 362 lavoratori dell'ente di bacino 5, territorialmente riferibile al Comune di Napoli. Secondo l'accusa, gli ex amministratori preferirono fondare una società, l'Asìa, continuando a pagare inutilmente gli oltre trecento lavoratori dell'Ente, alcuni dei quali furono poi impiegati per la raccolta differenziata della carta prodotta dai negozi senza disporre di sufficienti mezzi.
CONDOTTE OMISSIVE E COLPE GRAVI - La Corte dei Conti ha disposto la condanna per gli ex sindaci Antonio Bassolino e Rosa Russo Iervolino, l'ex vicesindaco Riccardo Marone, l'ex assessore Ferdinando Balzamo, ciascuno condannato a pagare una somma di oltre 560mila euro; e gli ex assessori Gennaro Mola e Ferdinando Di Mezza per i quali è stato previsto il pagamento di oltre un milione di euro. Nella sentenza il giudice relatore ha fatto riferimento a «condotte omissive e colpe gravi», «a disinteresse per le sorti dell'Ente», a «diseconomicità e inefficienza», e mancanza «di scelte di fondo in grado di garantire il pieno coinvolgimento del medesimo Ente (e dei lavoratori ad esso assegnati) nell'attività della raccolta differenziata».
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