18 agosto 2025
Aggiornato 21:30
Giornalismo

Cavicchi: Ci contestano l'ingresso con visto turistico

Lo ha riferito in un collegamento con SkyTg24 lo stesso Cavicchi, spiegando che lui e i colleghi stanno «bene» e sono sorvegliati dalla polizia cubana in albergo e in un'abitazione privata

L'AVANA - Sarebbe l'ingresso a Cuba con un visto turistico anziché con un visto per i media - difficilissimo da ottenere - ad aver provocato il fermo dei quattro inviati italiani a Cuba, la giornalista di Mediaset Ilaria Cavo, il suo operatore Fabio Tricarico, il cronista del Messaggero Veneto Domenico Pacile e il fotoreporter del Corriere della sera Stefano Cavicchi. Lo ha riferito in un collegamento con SkyTg24 lo stesso Cavicchi, spiegando che lui e i colleghi stanno «bene» e sono sorvegliati dalla polizia cubana in albergo e in un'abitazione privata.

PROCESSO PER DIRETTISSIMA - «Alle 9 (le 15 ora italiana, ndr) ci faranno un nuovo interrogatorio, una sorta di processo», ha confermato Cavicchi: «Ci hanno spogliati di tutto: passaporti, materiale fotografico e video». Il reporter del Corriere è riuscito a recuperare un cellulare con cui ha potuto comunicare con l'Italia. Cavicchi ha definito «un blitz sproporzionato» l'arresto da parte di sei uomini del Ministero dell'Interno subito mentre usciva dalla casa di Reiver Laborde Rico, il giovane 24enne fratello di Lisandra Aguila Rico, ritenuto complice dagli inquirenti italiani nel duplice omicidio di Lignano.