23 agosto 2025
Aggiornato 08:00
Lotta all'ndrangheta

Operazione contro la cosca Gallico, 4 arresti

I quattro stati arrestati a Palmi in esecuzione di un provvedimento del gip dopo essere stati condannati dal gup, il 10 gennaio scorso, ad 8 anni di reclusione per associazione mafiosa al termine del processo «Cosa mia», incentrato sulle infiltrazioni delle cosche nei lavori di ammodernamento dell'autostrada Salerno-Reggio Calabria

REGGIO CALABRIA - Quattro persone sono state arrestate questa mattina dalla squadra mobile di Reggio Calabria su disposizione della direzione distrettuale antimafia della città dello stretto. I quattro soggetti sono ritenuti responsabili di partecipazione all'associazione mafiosa 'ndrangheta nella sua articolazione territoriale denominata cosca Gallico, egemone nel territorio di Palmi. Gli arrestati sono i, fratelli Antonio e Roberto Ficarra, rispettivamente di 47 e 35 anni, insieme a Vincenzo e Rosario Sgro', 58 anni il primo e 69.

CONDANNATI NEL PROCESSO «COSA MIA» - I quattro stati arrestati a Palmi in esecuzione di un provvedimento del gip dopo essere stati condannati dal gup, il 10 gennaio scorso, ad 8 anni di reclusione per associazione mafiosa al termine del processo 'Cosa mia', incentrato sulle infiltrazioni delle cosche nei lavori di ammodernamento dell'autostrada Salerno-Reggio Calabria. Secondo quanto emerso dalle indagini, l'azienda dei fratelli Ficarra riusciva ad ottenere subappalti relativi ai lavori di ammodernamento dell'autostrada A3 o comunque ad aggiudicarsi con metodo mafioso numerosi altri contratti di appalto nel comune di Palmi. L'inchiesta 'Cosa Mia' aveva portato alla luce le varie attivita' criminali dei clan Gallico-Morgante-Sgro'-Sciglitano del 'locale' di Palmi, e dei Bruzzise-Parrello del 'locale' di Barritteri e Seminara. In particolare si trattava di una serie di tangenti per i lavori sulla A3, omicidi e anche estorsioni. In particolare, le indagini evidenziarono che alle imprese impegnate nei lavori veniva chiesto una tangente del 3% sul capitolato d'appalto, chiamata 'tassa ambientale' e che sarebbe stato il vecchio boss Umberto Bellocco a stabilire chi avesse diritto a ricevere la tangente.