4 novembre 2024
Aggiornato 19:30
Ultrà morto a Pescara

Assassino al night dopo l'uccisione di Rigante

Massimo Ciarelli, 29 anni, pescarese di origini rom, si è consegnato alle forze di polizia ieri pomeriggio, intorno alle 17, in un'area di servizio all'altezza di Francavilla al Mare, lungo l'autostrada A14. Ore contate per gli altri componenti del «commando». Migliaia di persone in piazza contro i rom

PESCARA - Massimo Ciarelli, 29 anni, pescarese di origini rom, si è consegnato alle forze di polizia ieri pomeriggio, intorno alle 17, in un'area di servizio all'altezza di Francavilla al Mare, lungo l'autostrada A14. E' stato lui ad esplodere il colpo di pistola, calibro 38 special, che ha ucciso l'ultrà del Pescara, Domenico Rigante, la notte del primo maggio. «Oggi è il mio ultimo giorno da uomo libero», sono state le uniche parole pronunciate da Ciarelli durante l'arresto. Detenuto per motivi di sicurezza nel carcere di Vasto, anziché nel penitenziario di Pescara, questa mattina è stato interrogato dal pubblico ministero, ma si è avvalso della facoltà di non rispondere.

Nel corso di una conferenza stampa il questore di Pescara, Paolo Passamonti, e il capo della squadra mobile, Pierfrancesco Muriana, hanno spiegato che soltanto per un ritardo di dieci minuti l'uomo non è stato arrestato la sera stessa del delitto. Dopo aver ucciso Rigante, infatti, Ciarelli si è recato nel night che frequentava abitualmente, per salutare una donna a cui era particolarmente legato. Quando le forze dell'ordine sono arrivate nel locale, l'uomo si era già dileguato. Successivamente gli inquirenti hanno seguito i movimenti dei familiari dell'assassino in Puglia, nel Molise e lungo il litorale abruzzese, e sono riusciti ad individuare la persona che procurava viveri e vestiti di ricambio all'assassino in fuga. Ieri pomeriggio, sentendosi braccato, Ciarelli si è consultato con un legale di fiducia e ha deciso di costituirsi. L'abitazione nella quale aveva trovato rifugio si troverebbe tra Silvi Marina e Montesilvano, pochi chilometri a nord di Pescara.

Sono stati individuati anche gli altri sei uomini, tutti di origini Rom, che hanno preso parte alla spedizione punitiva conclusasi con l'omicidio di Rigante. Gli inquirenti li tengono sotto controllo: stanno raccogliendo prove ed elementi per incriminarli, e confidano di ottenere risposte utili già nelle prossime ore, grazie ad indagini di carattere tecnico e scientifico compiute sul luogo del delitto. Il capo della squadra mobile ha lanciato un appello. «In quella casa c'erano altre sette persone - ha detto Muriana - qualcuno sa più di quanto ha detto e se vuole davvero giustizia, come continua a strillare in piazza, abbia il coraggio di parlare».

Migliaia di persone in piazza contro i rom - Clima da rivolta popolare a Pescara Oltre duemila persone sono scese in piazza, davanti al palazzo del Comune, scandendo violenti slogan contro la comunità Rom locale, ormai stanziale da diversi decenni. La folla ha intonato cori come «Non li vogliamo più» e «Vi cacciamo da Pescara», oltre a una serie di insulti irripetibili. Al termine della manifestazione un gruppo di ultrà si è diretto con fare minaccioso, tra grida e scoppi di petardi, nel quartiere dove risiedono le famiglie rom. Il corteo è stato disperso e non si sono registrati incidenti.

Presidente della Provincia: Giustizia fai da te non serve - «Rabbia e dispiacere sono comprensibilissimi, dopo l'omicidio di Domenico Rigante» ma «la giustizia fai-da-te non ha mai prodotto nulla di buono e mai accadrà per cui chiedo a tutti di abbassare i toni ed evitare episodi di violenza e intolleranza che non porterebbero da nessuna parte, anzi creerebbero solo nuovi problemi». Lo ha detto il presidente della provincia di Pescara Guerino Testa, che oggi ha partecipato con il sindaco Luigi Albore Mascia e con altri amministratori comunali alla manifestazione in piazza Italia per l'omicidio del giovane ultrà pescarese.
«L'incredulità per quanto accaduto al giovane tifoso accompagna tutta la comunità pescarese - ha spiegato Testa - ma dopo la cattura del presunto assassino è indispensabile fare uno sforzo collettivo perché la città riassuma i suoi ritmi e torni alla sua quotidianità, mentre le forze dell'ordine continuano a lavorare per individuare i complici di Massimo Ciarelli e per tenere sotto controllo la situazione dal punto di vista dell'ordine pubblico».