19 aprile 2024
Aggiornato 14:30
Il futuro politico del leader del PDL

Berlusconi: Riforme possibili solo con un esecutivo tecnico

Il Cavaliere al quotidiano israeliano «Yedioth Ahronoth»: Nessun complotto di Francia e Germania, ho guardato al bene dell'Italia. Torno ad occuparmi del Milan e realizzo ospedali per bimbi

ROMA - Il futuro politico di Silvio Berlusconi? «Confermo - ha detto il Cavaliere, con il quotidiano israeliano Yedioth Ahronoth - di non avere intenzione di candidarmi per la sesta volta alla guida del governo. Continuerò ad essere il presidente fondatore del Popolo della Libertà e il primo supporter del mio partito. E continuerò a impegnarmi per realizzare in Italia le grandi riforme istituzionali necessarie per la governabilità del Paese».

Riforme solo con un Esecutivo tecnico - «Ho deciso di lasciare l'imprenditoria e scendere in politica, nel 1994, per scongiurare l'instaurarsi in Italia di un regime comunista e per modernizzare l'Italia. Oggi la priorità è un'altra: è quella di dare allo Stato una architettura istituzionale che lo renda governabile. Con questo governo di tecnici, proprio perché sostenuto sia dalla maggioranza che dall'opposizione, spero sia possibile realizzare quelle riforme che diano al governo italiano gli stessi poteri delle altre democrazie occidentali, che riducano ad una Camera il sistema di approvazione delle leggi, che delimitino infine una revisione dei poteri della Corte Costituzionale», ha aggiunto.

Nessun complotto di Francia e Germania - A chi gli chiede se oggi siano i mercati a decidere i governi e se si può parlare di un complotto internazionale nei suoi confronti, con un ruolo di Francia e la Germania: «Non c'è stato nessun complotto. La decisione di dimettermi da Presidente del Consiglio è stata frutto di un ragionamento che abbiamo svolto guardando all'esclusivo interesse del Paese. Il mio partito è stato per 18 anni, ed è ancora, il primo partito italiano. Purtroppo, però, il sistema dei poteri dello Stato non ci ha consentito di governare e di realizzare le riforme che sono indispensabili per consentire la governabilità e la modernizzazione del Paese, come quelle dell'architettura istituzionale, del fisco e della giustizia, che finora non sono state realizzate. Solo un governo tecnico sostenuto dalla maggioranza e dalla opposizione può riuscire in questa impresa. Sono orgoglioso di avere avuto il coraggio di quella decisione, alla quale non ero tenuto perché il mio governo godeva e gode ancora della maggioranza in Parlamento e non è mai stato sfiduciato».

Torno ad occuparmi del Milan e realizzo ospedali per bimbi - «Nel momento in cui ho deciso di scendere in politica per salvare l'Italia dal comunismo ho consegnato le mie aziende ai miei figli e ai bravissimi manager che erano cresciuti con me. Non torno indietro. Invece credo che tornerò ad occuparmi del Milan che è la squadra che con me ha vinto più titoli in assoluto nella storia del calcio (Bernabeu che è il secondo, ne ha vinti appena la metà)».
«Mi dedicherò anche all'Università della Libertà: un complesso straordinario che aprirà i battenti il prossimo mese di settembre e vedrà come docenti i principali protagonisti della politica mondiale degli ultimi vent'anni. La loro missione sarà di tenere lezioni di governo e di libertà a giovani, provenienti da ogni Paese e con risultati universitari straordinari, che intendessero dedicarsi al servizio della politica. Sto anche mettendo a punto una fondazione per realizzare ospedali per bambini nel mondo. Ma di questo vorrei parlare un'altra volta», ha aggiunto.