19 aprile 2024
Aggiornato 04:00
Giustizia | Emendamento Pini

Sabelli: Responsabilità diretta Toghe è vulnus

Il neo Presidente dell'ANM: A rischio imparzialità e indipendenza, principi irrinunciabili. ANM: Non spetta a noi chiedere lo stralcio della Norma Pini. Berselli: Responsabilità toghe, il Ministro ci dia i dati

ROMA - L'Associazione nazionale magistrati non ammorbidisce la sua posizione sull'emendamento Pini, la norma inserita alla Camera nella legge comunitaria attualmente all'esame del Senato e che introdurrebbe la possibilità per le parti processuali di fare causa direttamente al magistrato e chiedere un risarcimento anche per «violazione manifesta del diritto». «L'azione diretta - ha affermato il neo presidente dell'Anm Rodolfo Sabelli nel corso della sua audizione in commissione Giustizia al Senato - sarebbe un vulnus per l'imparzialità e l'indipendenza dei magistrati» che sono «principi irrinunciabili».
«Un magistrato soggetto a un'azione diretta - ha sottolineato il leader del sindacato delle toghe - non sarebbe più libero e indipendente nel decidere».

ANM: Non spetta a noi chiedere lo stralcio della Norma Pini - Diplomatica correzione di linea dell'Anm, di fronte alla commissione Giustizia del Senato impegnata in una serie di audizioni sulla responsabilità civile diretta dei magistrati, introdotta alla Camera con il cosiddetto emendamento Pini alla legge Comunitaria. Se nell'audizione e soprattutto nelle dichiarazioni a margine rilasciate in occasione dell'audizione del 20 marzo scorso dai dirigenti del sindacato delle toghe si parlava apertamente di stralcio, oggi il neopresidente Rodolfo Sabelli ha precisato ai cronisti che «non spetta a noi chiedere l'abrogazione o lo stralcio della norma».
«Non una marcia indietro», fanno sapere i suoi collaboratori, ma una correzione comunque c'è stata. Il 20 marzo la delegazione era composta da alcuni neoeletti del Comitato direttivo centrale ma non c'erano ancora i nuovi vertici dell'Anm. Fu Cosimo Ferri, leader di Magistratura indipendente, componente poi rimasta fuori dalla nuova Giunta, il più netto a chiedere lo stralcio. Ma anche Anna Canepa (vicepresidente in quota Area oggi presente a palazzo Madama) parlava di emendamento che «va ripensato tutto». Mentre Giuseppe Creazzo di Unicost (stessa corrente del presidente Sabelli) precisò ai cronisti che «la nostra posizione è totalmente unitaria, l'emendamento va soppresso». In quell'occasione l'Anm fu rimbrottata per i 'toni' non solo da Pdl e Lega ma anche da sinistra. Oggi Sabelli ha precisato che sulla eventuale riforma della responsabilità civile «non spetta a noi fare proposte, sarebbe un'invasione delle prerogative del Parlamento, diamo un contributo con le nostre osservazioni».

Berselli: Responsabilità toghe, il Ministro ci dia i dati - La commissione Giustizia del Senato, che concluderà domani alle 14.30 l'audizione del neopresidente dell'Anm Rodolfo Sabelli, si prepara a dare un parere sul tema della responsabilità civile dei magistrati sulla base di dati concreti sull'applicazione concreta della norma attualmente in vigore e che risale al 1988. «Chiederemo al ministro - ha spiegato ai cronisti il presidente della commissione Filippo Berselli del Pdl - i dati sulle azioni promosse dai 'danneggiati': su quante abbiano superato il filtro di ammissibilità e su quante siano effettivamente sfociate in un risarcimento».
Nel corso della seduta della commissione Berselli ha replicato a Sabelli che aveva messo in guardia il Parlamento dall'idea di togliere il filtro di ammissibilità, sottolineando che serve a evitare «abusi» e a limitare i rischi di «liti temerarie contro lo Stato». «Per adesso pare ci siano stati negli anni solo quattro casi di condanne, quindi il sistema non funziona. Si impongono interventi correttivi se il filtro diventa uno strumento che mal si presta a soddisfare le pretese di chi si ritiene danneggiato».