Tizian, cronista minacciato: Non indietreggerò di un passo
Lo assicura lo stesso cronista in una intervista al direttore di Articolo21, Stefano Corradino: «Anche il Nord è diventato terra d'affari per le organizzazioni mafiose»
ROMA - Giovanni Tizian, il giornalista free lance di Modena sotto scorta per le minacce ricevute dalla mafia, non indietreggerà di un passo: continuerà a svolgere la sua professione come ha sempre fatto, senza paura. Lo assicura lo stesso cronista in una intervista al direttore di Articolo21, Stefano Corradino.
«Tra nord e sud - spiega Tizian - c'è una differenza di forma ma non di sostanza. Al nord non ci sono gli appostamenti in motorino per vedere chi entra e chi esce da un luogo ma l'aspetto 'militare' del controllo classico del territorio lascia il passo a un controllo di tipo economico e finanziario. Non più in giro con la pistola ma con il computer... Da qui spesso le difficoltà di tanti imprenditori del nord nel capire chi hanno davanti. 'Ah, proprio non pensavo che quello fosse mafioso...'. Si aspettano uno che gli chiede il pizzo invece offre 'servizi alle imprese'...Ci sono meccanismi che si ripetono in maniera pressoché identica. Al nord come al sud ci sono esponenti politici che chiedono voti ai boss. E i boss garantiscono i voti in cambio di favori. Oppure si fa leva su quelle organizzazioni imprenditoriali che hanno potere sulla politica».
«Quando ho visto quell'abbraccio dei deputati Pdl a Cosentino dopo il no all'arresto - dice il giornalista minacciato - ho provato una profonda delusione. Già mi faceva male dover scrivere dei rapporti discutibili di un parlamentare come lui con una municipalizzata emiliana, legami finalizzati agli affari per una centrale, progetto che si è poi arenato. Ma vederlo abbracciato da tutti mentre io sto rischiando proprio a causa di alcune persone che magari corteggiano Cosentino è, quantomeno, un bel paradosso di questo strano paese...Bisognerebbe fare una pulizia preventiva delle liste e fare leggi che non diano la possibilità ai vari Cosentino, Dell'Utri e Romano di candidarsi».
«Per quanto mi riguarda avere la scorta non cambierà nulla nel mio lavoro - conclude Tizian - continuerò a scrivere come ho sempre fatto con la stessa passione, senza paura e senza indietreggiare di un passo».