Maroniani e «cerchisti» preparano «la resa dei conti»
Reguzzoni attacca. Bossi e Maroni oggi «incazzati». L'ex Ministro dell'Interno: Reguzzoni? Non voglio alimentare polemiche inutili. Enrico Letta: E' un partito senza bussola. Lo prova il caso Cosentino. Tosi: Due terzi dei Deputati con Maroni per l'arresto
MILANO - Nonostante le minimizzazioni pubbliche si respira aria da resa dei conti finale, nella Lega spaccata in due tra Maroni e i cosiddetti «cerchisti» vicini a Bossi. Ed è la consapevolezza della gravità dello scontro in atto (assieme alla descrizione di Bossi e Maroni oggi entrambi «incazzati«) l'unico punto condiviso tra le due fazioni. All'indomani del voto sul caso Cosentino, i due fronti accelerano sulla rotta di collisione.
Oggi l'ultima bordata di un custode dell'ortodossia bossiana, il capogruppo alla Camera Marco Reguzzoni, all'ex ministro dell'Interno, criticato su un post su Facebook sulla vicenda Cosentino: «Caro Roberto - scrive Reguzzoni - chi è causa del suo mal pianga se stesso. La Lega ha dato indicazione di votare per il sì all'arresto, salva la libertà di chi era contrario per questioni di principio. Lo abbiamo 'salvato' noi? Credo proprio di no, perché come sai bene quasi tutto il gruppo ha seguito le indicazioni di Bossi che ha detto di votare sì, mica no». Reguzzoni accusa Maroni di avvalorare, con le sue dichiarazioni, la percezione che la Lega abbia votato no. «Non è forse che tu hai sbagliato nel comunicare con i giornalisti? - chiede Reguzzoni - Lo hai riconosciuto tu stesso in riunione di gruppo ieri perchè non lo dici anche ai tuoi amici di Facebook?». Maroni preferisce non commentare e su Facebook scrive: «Lasciamo perdere queste cose e non alimentiamo polemiche inutili».
I riflettori in casa leghista sono ora puntati sulla manifestazione annunciata per domenica 22 a Milano, possibile, se non probabile, occasione di «resa dei conti». «Prevedo che ci siano contestazioni - dice a microfoni spenti un leghista vicino al cosiddetto «cerchio magico» - Ma siamo pronti anche noi. Se contestano Bossi appena parlano - osserva, tanto per dare un'idea del clima nel Carroccio - pigliano tante di quelle legnate che non hanno neanche idea». E aggiunge: «Se qualcuno si azzarda a dire Maroni segretario, è passibile di sanzioni».
Maroni: Reguzzoni? Non voglio alimentare polemiche inutili - «Questa pagina è a disposizione di chi vuol parlare di cose serie, dei problemi veri che affliggono lavoratori e imprese della Padania e delle mancate risposte del governo Monti. Cara Giorgia, non sono d'accordo con il tuo invito a commentare il post di Reguzzoni. Lasciamo perdere queste cose e non alimentiamo polemiche inutili». E' su Facebook che il braccio di ferro interno alla Lega fra Roberto Maroni e il capogruppo alla Camera Marco Reguzzoni continua ad alimentarsi.
Al social network, l'ex ministro della Lega aveva già affidato il suo rammarico per il comportamento del Carroccio sulla richiesta di arresto per Nicola Cosentino, dichiarandosi «amareggiato e un po' deluso » per il voto. E «per come è stata gestita la questione» e «l'impressione che abbiamo dato di aver salvato un presunto camorrista dal carcere».
Detto questo, «non smetto di credere e di lavorare per la Lega - ha sottolineato Maroni - che ho contribuito a costruire in oltre 25 anni di attività politica. La Lega degli onesti, senza intrallazzi ne' conti all'estero: La Lega - che mi ha conquistato per i suoi ideali di onestà e trasparenza, per i suoi valori etici e per i suoi meravigliosi militanti». Con finale dedicato tutto ai suoi sostenitori: «Grazie a tutti voi, grazie a chi ci sostiene senza chiedere altra ricompensa che quella di vederci lottare senza paura per il nostro grande progetto di rivoluzione democratica: la Padania. E' un impegno di lotta che ho preso tanti anni fa, che ho sempre mantenuto e che non tradirò mai». E da Facebook gli aveva replicato Reguzzoni.
Enrico Letta: E' un partito senza bussola. Lo prova il caso Cosentino - «La Lega è un partito senza bussola in questo momento, ritengo incomprensibile quello che è successo ieri, l'atteggiamento tenuto su Cosentino, la divisione anche quella incomprensibile, penso che la Lega dovrà spiegare ai suoi elettori il proprio comportamento che io per primo non ho capito, non immagino cosa abbiano capito gli elettori».
Lo ha sottolineato il vice segretario del Pd, Enrico Letta tornando sulla decisione di non procedere all'arresto del parlamentare del Pdl, Nicola Cosentino, a margine di un incontro promosso dal Partito Democratico a Padova.
Tosi: Due terzi dei Deputati con Maroni per l'arresto - «Ieri il Parlamento non ha scritto una bella pagina allontanando la politica dai cittadini» ma «almeno i due terzi dei deputati della Lega hanno votato in una direzione: Bossi ha scelto per la libertà di voto, però gran parte dei leghisti ha votato per far si che la giustizia potesse fare il suo corso». Lo ha affermato il sindaco leghista di Verona Flavio Tosi, difendendo la posizione dell'ex ministro degli Interni Roberto Maroni su Cosentino.
«Maroni - ha sottolineato fra l'altro a Tgcom24 Mediaset - è sempre presente in segreteria federale e ha un peso rilevante perché è nella Lega da sempre». Quanto ai rapporti con il Pdl, «siamo molto distanti: ieri la Lega ha votato in un modo e il Pdl in un altro».