23 aprile 2024
Aggiornato 10:30
Il caso Iannone

Saviotti, Iannone (CasaPound): ho fatto una battuta infelice

Il Presidente di CasaPound: «Ma non può essere scambiata per istigazione a delinquere. L'Italia ormai è peggio della Corea del nord: tutti devono piangere, chi non lo fa va nei campi di recupero»

ROMA - Ammette di avere fatto «una battuta infelice» ma sottolinea che non può essere scambiata per istigazione a delinquere e sottolinea che «l'Italia ormai è peggio della Corea del nord: tutti devono piangere, chi non lo fa va nei campi di recupero». Così il presidente di CasaPound Italia, Gianluca Iannone, dopo le polemiche suscitate da una frase apparsa sul suo profilo personale di Facebook in cui, in riferimento alla morte del procuratore anti terrorismo, diceva che il 2012 è un anno che si apre con «prospettive interessanti». Oltre alla polemica politica, si è aperto sulla vicenda un filone giudiziario: la procura di Roma ha aperto un fascicolo in cui si ipotizza l'associazione a delinquere.

«Persino una battuta infelice, scritta peraltro in uno spazio privato, può essere scambiata per istigazione a delinquere», dice Iannone sottolineando che in Italia ormai «siamo al paradosso e al linciaggio bipartisan», ma ammettendo che la sua battuta era «sicuramente di cattivo gusto», anche se è stata «rubata sul profilo personale e non negli spazi ufficiali del movimento in barba a ogni tutela della privacy». «È chiaro che c'è un'aria di ipocrisia e di sciacallaggio che non cessa minimamente di esistere. Non si perde neanche occasione - prosegue il leader di Casapound - di insinuare rapporti inesistenti tra noi e l'amministrazione cittadina. Nessuno sdegno ufficiale, invece, nessuna richiesta di restringere gli spazi di libertà ha accompagnato il coro '10, 100, 1000 Acca Larentia' sentito per le vie di Roma solo pochi giorni fa. Gli inviti a un nuovo piazzale Loreto, in internet, sono presenti in tutti i profili dell'antagonismo di sinistra».

Sulla figura di Saviotti, il presidente di Casapound precisa poi di avere «un'idea personale particolarmente critica del magistrato defunto che in tante occasioni ha attaccato CasaPound, dall'iscrizione nel registro degli indagati per i ragazzi del Blocco Studentesco che erano parte lesa per gli scontri di piazza Navona all'arresto immotivato di Alberto Palladino con modalità 'sovietiche', ma questa idea non può e non deve istigare nessuno a delinquere».