19 aprile 2024
Aggiornato 07:00
Immigrati atto terzo

Riccardi rilancia sui permessi di lavoro, Lega all'attacco

Per il Ministro distinguo dal Pdl, plauso da Pd, Udc, Fli, Sindacati e Acli: «La Rai, spiega, può tornare a insegnare italiano agli immigrati come fece il mitico maestro Alberto Manzi»

ROMA - Immigrati atto terzo. Dopo le polemiche dei giorni scorsi sulla cittadinanza ai minori figli di stranieri che risiedono in Italia e quelle sulla rimodulazione della tassa sui permessi di soggiorno, il ministro Andrea Riccardi torna a parlare della sua materia - questa volta sui permessi per la ricerca di lavoro - e va in scena lo stesso spettacolo: la Lega va compatta all'attacco, dal Pdl si levano perplessità e distinguo, mentre Pd, Fli e Udc plaudono al fondatore della comunità di Sant'Egidio.

Riccardi interviene ad un'audizione davanti alla commissione Affari costituzionali, alla Camera, per esporre le linee-guida del suo ministero all'Integrazione e alla Cooperazione internazionale. «Sono un ministro acerbo e, data la durata di questo governo, credo che non diventerò mai un ministro maturo», si schermisce. Dalle polemiche pregresse si tiene lontano. Sulla tassa sui permessi si limita a dire che ci sta lavorando con il ministro dell'Interno Anna Maria Cancellieri. Sulla cittadinanza ai figli degli stranieri ribadisce che il Governo «non può che sostenere e appoggiare quello che maturerà all'interno del Parlamento». E comunque spiega ai deputati di non essere un «patito che brucia incenso al multiculturalismo» e che non punta né allo ius soli né allo ius sanguinis, ma allo ius culturae, più adatto alla cultura italiana.

Poi Riccardi formula alcune proposte nuove. La Rai, spiega, può tornare a insegnare italiano agli immigrati come fece il mitico maestro Alberto Manzi per alfabetizzare gli italiani negli anni 60 con la trasmissione Non è mai troppo tardi. «Ne ho parlato con Lorenza Lei», spiega. Poi affronta il tema del lavoro che manca. «La Caritas - spiega - stima che 600 mila soggiorni di lavoro sono scaduti. Mettiamo che una parte di queste persone sono tornate nel loro paese, ma una cifra che si stima di 350mila persone rischia di finire nel circuito dell'irregolarità. In questa situazione i lavoratori stranieri possono perdere il posto di lavoro, ma come permanere nel paese per trovare una nuova occupazione se è scaduto il permesso di sei mesi?». Da qui la proposta di «prolungare il periodo di ricerca di un nuovo lavoro almeno a un anno». Riccardi spiega: «La mia preoccupazione maggiore è perdere uomini, donne, lavoratori che già hanno fatto un pezzo di percorso di integrazione». Non solo: «E' necessario pensare a meccanismi per cui i lavoratori adeguatamente formati tramite la cooperazione allo sviluppo siano svincolati dalle quote fissati nei decreti, purché ci siano richieste del mercato del lavoro».

Lega: Riccardi non sprechi i soldi contribuenti con la Rai - «Evidentemente il ministro all'immigrazione Riccardi è troppo vecchio. Oggi per alfabetizzare le centinaia di diverse etnie e lingue presenti sul nostro territorio ci sono strumenti ben più efficienti come i corsi organizzati dalle amministrazioni locali o gli strumenti multimediali che si sono dimostrati ben più efficaci. Non sprechi altri soldi dei contribuenti, a maggior ragione con la Rai». Lo dice Davide Caparini (Lega), presidente della commissione per le questioni regionali, commentando la proposta del ministro Riccardi di realizzare una trasmissione sulla Rai per alfabetizzare gli stranieri.

Ugl: Da Riccardi un segnale importante su permessi di lavoro - «Condividiamo l'idea che l'allungamento di almeno un anno del permesso di soggiorno per gli stranieri alla ricerca di lavoro, sia un segnale importante in una società sempre più multietnica come la nostra e che si può dare subito senza cambiare alcuna legge». Lo dichiara il segretario confederale dell'Ugl, Marina Porro, ricordando in una nota che «gli immigrati sono una risorsa per la nostra economia e senza dovute tutele si rischia di favorire il lavoro nero. Allo stesso tempo una graduazione dei costi per la concessione dei permessi, correggerebbe una situazione fortemente iniqua. Riteniamo giusto inoltre fare in modo che le persone già formate siano facilitate a restare nel nostro Paese, svincolando questi lavoratori dal rispetto del sistema delle quote fissate nei decreti flussi».
«Per quanto riguarda la concessione della cittadinanza alle seconde generazioni - conclude Porro - il concetto di 'ius culturae' deve essere una priorità perché questi giovani sono nati e cresciuti in Italia e quindi sono figli della nostra cultura».

Bertolini (Pdl): Con Riccardi diversità di vedute - «Mi pare evidente che vi siano profonde differenze tra l'impostazione del Pdl e quella del ministro Riccardi sul tema dell'immigrazione». Lo ha detto il vicepresidente dei deputati Pdl, Isabella Bertolini, che è intervenuta oggi in commissione affari costituzionali durante l'audizione del Ministro Riccardi.
«Per il ministro - ha aggiunto - bisogna concedere la cittadinanza per farli diventare dei buoni italiani. Invece, secondo noi, per essere dei buoni italiani bisogna essere integrati e solo allora si potrà avere la cittadinanza, che diventa così il premio finale di un articolato percorso di integrazione e di adesione ai valori repubblicani. Non è una differenza da poco».
«Sull'allungamento poi dei termini da sei mesi a un anno per lo straniero che è disoccupato - ha osservato Betolini - vogliamo ribadire la nostra contrarietà. Sul contributo per le spese del permesso di soggiorno abbiamo già affermato che non intendiamo accettare modifiche che portino ad una sorta di razzismo all'incontrario nei confronti degli italiani. Ritengo quindi che si debbano valutare gli aspetti che trovano condivisione tra le forze politiche ed accantonare tutti quelli che producono differenze e sulle quali non vi sono le condizioni per procedere».

Sarubbi (Pd): Legge sulla cittadinanza entro il 2012 - «Con la relazione del ministro Riccardi in commissione affari Costituzionali si può aprire in Italia una pagina nuova: dall'immigrazione vista esclusivamente come emergenza e pericolo, si passa finalmente a lavorare per l'integrazione. Di questo processo, la cittadinanza ai minori figli di genitori stranieri rappresenta l'architrave: questi ragazzi sono i veri mediatori culturali dell'Italia di oggi». Lo afferma in una nota Andrea Sarubbi (Pd), primo firmatario del testo di riforma bipartisan sulla cittadinanza.
«Le reazioni frettolose di Gasparri alle parole del ministro non rappresentano, per fortuna, tutte le sensibilità all'interno del Pdl, dove emergono invece con sempre maggior forza le idee di personalità disponibili al confronto. Sono convinto, anzi, che - conclude - ci sia lo spazio e il modo in Parlamento per approvare la riforma della cittadinanza e donare una patria entro il 2012 al milione di bambini, figli di immigrati, nati o cresciuti in Italia».