29 marzo 2024
Aggiornato 14:00
Media | Frequenze digitale terrestre

Gentiloni: Senza asta frequenze a Berlusconi un «regalo» da 2 miliardi

L'esponente del PD: «Passera studi bene il dossier per istituire una gara equilibrata. Credo che anche Sky ci dovrebbe ripensare e anche editori di televisioni locali come Sandro Parenzo»

ROMA - «In un momento di crisi economica come questa, è importante il passaggio che è stato fatto» con l'approvazione dell'ordine del giorno «che blocca, cancella la formula che di fatto faceva un regalo di Natale anche a Mediaset, e si possa introdurre, istituire un'asta, cioè una vendita con una gara per ottenerle». Lo dice Paolo Gentiloni in un'intervista al Sussidiario.net a proposito delle frequenze del digitale terrestre.

«Si tratta di cinque o sei frequenze (l'incertezza viene da una posizione che riguarda Telecom) che possono avere una base di partenza d'asta di 250 milioni di euro - spiega l'ex ministro elle Telecomunicazioni -, stabilendo un raffronto con frequenze simili messe all'asta in settembre. Che si sono poi aggiudicate Tim, Vodafone e Wind al prezzo di 350 milioni per frequenza. Quindi, se il paragone è valido, con una nuova asta si possono ricavare da un miliardo e mezzo a due miliardi di euro».
Ma Gentiloni è ora ottimista perchè «dopo il passaggio in Parlamento di venerdì non si può più tornare indietro. Quindi bisognerà a questo punto studiare il dossier e vedere come e quando isituire l'asta. Questo è il nocciolo della vicenda».

Quanto agli operatori interessati a partecipare l'esponente del Pd osserva: «Credo che anche Sky ci dovrebbe ripensare e anche editori di televisioni locali come Sandro Parenzo. Adesso vediamo come si muoverà il ministro Corrado Passera dopo il passaggio di ieri in Parlamento. Sono d'accordo che bisognerà studiare bene il dossier e istituire un'asta equilibrata per valorizzare bene queste frequenze, e valorizzarle al massimo».