20 aprile 2024
Aggiornato 10:00
In discussione il potere dell’uomo sulla vita

Dietro la morte di Magri il dramma umano del suicidio

Cicchitto: le cliniche dalla morte mettono i brividi. La Loggia: mai mettere in discussione la vita. Coscioni: c’è anche il diritto di non soffrire più. Bondi: non dobbiamo giudicare ma avere pietà. Roccella: il suicidio è comunque un suicidio. Veltroni: lo ha ucciso il dolore per la moglie. Lucio Magri: «cari compagni ho deciso di morire»

ROMA - La morte di Lucio Magri ha riaperto il dilemma sul diritto dell’uomo di esercitare il suo potere sulla morte. La pietà per il gesto del fondatore del Manifesto non ha soffocato la condanna dei cattolici per il gesto di togliersi la vita.
Inoltre le modalità con le quali Magri si è suicidato hanno riportato d’attualità il problema delle cliniche in Svizzera autorizzate ad assistere psicologicamente e clinicamente chi ha deciso di dare l’addio alla vita.

Cicchitto: le cliniche della morte fanno venire i brividi - «Quello che abbiamo saputo sulla morte di Lucio Magri esprime una vicenda di straordinaria drammaticità che ha tutto il nostro rispetto anche se l'esistenza di cliniche per la buona morte fa venire i brividi». Lo ha affermato, in una nota, il presidente dei deputati Pdl Fabrizio Cicchitto.
«Sul piano politico-culturale - ha aggiunto - Lucio Magri è stato una personalità di assoluto rilievo. Come hanno testimoniato sia la storia del Manifesto sia il suo ultimo libro egli è stato un sofisticato sostenitore del comunismo ideale ma anche un rigoroso contestatore del comunismo reale quando esso esisteva e ciò fu la ragione della sua espulsione dal Pci».

La Loggia: compassione ma ferma condanna per il suicidio - La Loggia«Accanto alla umana comprensione per il gesto di Lucio Magri, non possiamo che ribadire il grande valore della vita, la quale non può essere messa in discussione, neanche nei casi più disperati». Lo afferma Enrico La Loggia, presidente della Commissione Parlamentare per l'Attuazione del federalismo fiscale.
«Ogni diversa interpretazione - aggiunge l'esponente del Pdl - porta fuori dalla legge naturale e, per quanto riguarda noi cattolici, dai principi e dai valori della nostra fede, ai quali facciamo costantemente riferimento».

Farina Coscioni: c’è anche il diritto a non soffrire più - «Spero, voglio sperare che la vicenda umanissima di Lucio Magri, che ha deciso di non soffrire più, e ha posto fine al suo dolore, sia di ammonimento e insegnamento».
Lo ha detto Maria Antonietta Farina Coscioni, deputata radicale e presidente onoraria dell'associazione Luca Coscioni.

In Italia una legge ipocrita sul «fine vita» - «Magri - prosegue Farina Coscioni in una nota - riteneva intollerabile vivere, preda di una depressione che lo faceva scivolare inesorabilmente in un 'buio' provocato da ragioni pubbliche e private che sono insondabili e non vanno giudicate.
Per porre fine al suo dolore, ha però dovuto 'emigrare', un viaggio con un biglietto di sola andata, in Svizzera. Questo perché viviamo in un paese dove vige una regola ipocrita, quella del 'si fa ma non si deve dire': la regola dove la maggioranza dei medici e degli infermieri quando vengono interpellati, ammettono che sì, a volte la morte può essere preferibile a un residuo di vita fatta di dolore insopportabile e inutile; dove l'eutanasia si pratica al di là di ogni regola e controllo, perché la mano pietosa di un medico e di un infermiere compie quell'estremo gesto di misericordia che la legge e una 'morale' immorale vieta; dove o lo si fa clandestinamente, oppure si è costretti a emigrare come Magri, o si devono compiere gesti di 'rivolta' estrema come Mario Monicelli.

Preferibile la «dolce morte» ai drammi di Monicelli, Coscioni o Welby - Dovremmo sapere quanti anziani che si tolgono la vita in modo tragico, gettandosi da una finestra, da un ponte, o impiccandosi, lo fanno perché malati incurabili e vittime di atroci dolori, perché non hanno la possibilità di una morte pietosa e dignitosa che vorrebbero, e viene loro negata. Ma perfino un'indagine conoscitiva del fenomeno, è stata negata. Rendo omaggio a Lucio Magri, come già lo resi a Mario Monicelli, vittime e martiri di questa morale assurda e ipocrita come lo furono Luca Coscioni, Piergiorgio Welby e Giovanni Nuvoli e i tanti di cui non conosciamo neppure il nome. Continuerò, con le mie compagne e i miei compagni radicali la lotta per la dignità della vita e del morire - conclude Farina Coscioni - così come la chiedeva, anzi la esigeva Indro Montanelli e tanti con lui. Perché non si sia più costretti a gesti estremi come Monicelli, a viaggi solo di andata, come Magri».

Bondi: non dobbiamo giudicare, ma avere pietà - «Provo un profondo sentimento di pietà per la drammatica decisione di Lucio Magri di togliersi la vita».E' quanto dichiara in una nota il senatore e coordinatore Pdl Sandro Bondi.
«Non possiamo giudicare - aggiunge - una scelta così terribile e sconvolgente senza provare prima di tutto compassione per un uomo afflitto a causa della perdita della moglie amata e privato di quelle speranze terrene che avevano riempito e dato un senso alla propria esistenza».

Roccella: il suicidio non è un gesto di libertà di scelta - «Bisogna essere molto cauti a non associare ad un atto amaro come questo l'idea di libertà di scelta». Eugenia Roccella (Pdl) ha commentato così il suicidio assistito di Lucio Magri.
«Un suicidio - ha detto l'ex sottosegretario alla Salute interpellata a margine di una seduta della commissione Affari sociali alla Camera - è comunque un suicidio, assistito o non assistito, tanto più per una persona che, come sembra, aveva problemi depressivi. E' un gesto senza speranza che non si può associare ad un'idea di affermazione di sé, ma ad un clima di sofferenza e amarezza, anche per le persone che restano».

Veltroni: ucciso dal dolore per sua moglie - Walter Veltroni accoglie «con profonda commozione e tristezza» la notizia della scomparsa di Lucio Magri, «una delle menti più brillanti e originali della politica italiana», sottolinea. «Lucio, che ho incontrato per l'ultima volta a Montecitorio solo pochi giorni fa in compagnia di Aldo Garzia, ha voluto lasciare nel suo ultimo libro il suo testamento intellettuale per poi ritirarsi per sempre dal dolore per la tragica e prematura scomparsa di sua moglie Mara», ricorda Veltroni.

Lucio Magri: «Cari compagni ho deciso di morire» - Suicidio assistito in Svizzera per Lucio Magri, il fondatore de Il Manifesto. A darne notizia il quotidiano da lui fondato e La Repubblica. Era stato lo stesso Magri a fare la scelta: «ho deciso di morire», aveva detto prima di decidere tutto «con lucidità», come scrive La Repubblica, «dalla fine alla sepoltura vicino alla sua Mara. Gli amici hanno tentato di dissuaderlo ma lui era depresso per la morte della moglie». Così Magri, protagonista della sinistra eretica, è morto in Svizzera all'età di 79 anni.