In Italia 12 milioni di fumatori, aumenta il rischio BPCO
In Italia il fumo uccide oltre 70.000 persone ogni anno, di cui 30.000 solo per tumore al polmone. Se si considerano i 5.000 morti anno per incidenti stradali si capisce la rilevanza del problema. Intanto una Associazione medica britannica chiede di vietare il fumo nelle autovetture
ROMA - Non solo cancro, ma anche broncopneumopatia cronica ostruttiva e scompensi cardiaci: gli specialisti lanciano l'allarme sui gravissimi rischi del fumo, spesso anche mortali, che corrono i 12 milioni di fumatori italiani Si è aperta oggi a Roma, la VI conferenza nazionale sulla Bpco «Quale futuro per i pazienti Bpco - Rapisci il tuo Respiro», organizzata dall'associazione italiana pazienti Bpco Onlus. La broncopneumopatia cronica ostruttiva è una malattia polmonare progressiva, solo parzialmente reversibile con opportuni trattamenti farmacologici. Il fattore di rischio più importante nella Bpco è il fumo di sigaretta, ma anche quello di pipa, sigaro, e altri tipi di tabacco; il fumo passivo contribuisce all'insorgenza della Bpco e allo scatenarsi dei sintomi.
In Italia il fumo uccide oltre 70.000 persone ogni anno, di cui 30.000 solo per tumore al polmone. Se si considerano i 5.000 morti anno per incidenti stradali si capisce la rilevanza del problema. Nonostante le avvertenze sui pacchetti, 12 milioni di persone in Italia fumano circa 70 miliardi di sigarette l'anno.
Bpco e scompenso cardiaco sono malattie croniche che presentano una prevalenza, un'incidenza ed una mortalità ancora in ascesa in tutti i paesi sviluppati. Si riconoscono alcuni fattori di rischio comuni, tra i quali l'età avanzata quale aggravante.
Nella popolazione italiana, in cui la percentuale degli over-65 cresce ogni censimento, queste due patologie sono destinate ad un ulteriore incremento, con una spesa sanitaria crescente e spropositata, sbilanciata verso i trattamenti ospedalieri anziché sul territorio.
«Bpco e scompenso cardiaco hanno in comune molti dei sintomi con i quali si presentano - spiega Rita Mariotti dell'azienda ospedaliero-universitaria Pisana - primo tra tutti la dispnea, l'affanno, che può comparire per sforzi sempre minori o anche a riposo, e questi sintomi producono un grave deterioramento della qualità di vita. Spesso le due patologie sono associate: oltre il 25% dei pazienti (maggiormente gli uomini in cui si arriva anche al 50% in alcune casistiche) con scompenso cardiaco hanno Bpco, mentre più del 60% dei pazienti con Bpco avrebbe una patologia cardiovascolare: l'associazione tra le due patologie produce un sicuro incremento della mortalità ed anche della morbilità».
Associazione medica britannica: vietare il fumo nelle autovetture - Il divieto di fumare nei luoghi pubblici già in vigore nel Regno Unito dal 2007 dovrebbe essere esteso alle autovetture, per limitare i danni del fumo passivo soprattutto su bambini e anziani. E' quanto ha chiesto l'Associazione medica britannica in base ai risultati di una ricerca, secondo cui il livello di tossine in un'autovettura può superare di 23 volte quello rivelato in un bar dove si fuma.
Tuttavia, scrivono oggi i media britannici, è improbabile che il governo accolga tale raccomandazione. Secondo la Bbc, lo stesso Gruppo parlamentare per il Fumo e la Salute ha sottolineato come l'introduzione immediata di tale divieto rischierebbe di essere «controproducente», dovendo prima creare un forte consenso nella società. «Non crediamo che una legge sia il modo più efficace per incoraggiare la gente a cambiare comportamenti», ha detto un portavoce del ministero della Sanità, citato dal Guardian.
«Stiamo chiedendo al governo britannico di adottare una misura audace e coraggiosa, vietando il fumo nelle auto private», ha ammesso Vivienne Nathanson dell'Associazione, aggiungendo però che «i dati per estendere il divieto sono inoppugnabili».