23 aprile 2024
Aggiornato 12:30
Rapporto Istat «La soddisfazione dei cittadini per le condizioni di vita nel 2011»

Gli italiani sono soddisfatti della loro vita: voto 7+

Il 7,6% dà un 10, gli anziani meno entusiasti dei giovani. Bene famiglia, salute e lavoro: troppo poco il tempo libero. Italia divisa in due su soddisfazione situazione economica. Italiani diffidenti: il 77% sta molto attento con gli altri. Gli incubi di chi vive in città: traffico e parcheggi fantasma

ROMA - Più della metà degli italiani è soddisfatto, almeno a sufficienza, delle proprie condizioni di vita. Lo dice l'Istat nel rapporto «La soddisfazione dei cittadini per le condizioni di vita nel 2011», pubblicato oggi sulla base di un'indagine multiscopo svolta lo scorso marzo.

Alla domanda Attualmente, quanto si ritiene soddisfatto della sua vita nel complesso?, potendo indicare un voto da 0 a 10 (da «per niente soddisfatto» a «molto soddisfatto«) la maggior parte della popolazione di 14 anni e più ha infatti fornito una risposta compresa tra 7 e 8 (51,8%), mentre il 7,6% ha indicato la soddisfazione massima. Il 22,7% ha segnalato un valore compreso tra 5 e 6 e il 5,7% un punteggio di soddisfazione compreso tra 0 e 4. In generale il 14,3% ha dato un voto insufficiente (tra 0 e 5) e l'83,7% uno dal 6 in su.
Secondo l'Istat in media le persone danno alla soddisfazione nei confronti della propria vita un voto pari al 7,1 e non emerge, in generale, una differenza di genere, seppure le donne anziane sembrano essere più insoddisfatte degli uomini. Le differenze maggiori emergono con l'età: si passa, infatti, da un voto medio di 7,8 tra i giovani di 14-17 anni ad uno di 6,7 degli ultrasettantacinquenni. Chi è occupato è decisamente più soddisfatto di chi è alla ricerca di occupazione (7,3 contro 6,6).
Il Nord presenta un valore medio di soddisfazione del 7,2, il Centro del 7,1 ed il Mezzogiorno un valore di 7,1. Le regioni con i più elevati livelli di soddisfazione sono il Trentino-Alto Adige (7,7), la Valle d'Aosta (7,4). Quelle con i livelli più bassi la Campania e il Lazio (6,9).

Bene famiglia, salute e lavoro: troppo poco il tempo libero - Ampiamente soddisfatti per quanto riguarda le relazioni familiari, quelle amicali, e sullo stato di salute, gli italiani (occupati) sono invece scontenti del proprio lavoro e - soprattutto - del tempo libero, che è troppo poco.
Si conferma la soddisfazione dei cittadini per le proprie relazioni familiari, tradizionalmente molto elevata nel nostro Paese: le persone di 14 anni e più che nel 2011 si dichiarano soddisfatte per le relazioni familiari sono il 91% (di cui ben il 34,7% si ritiene 'molto soddisfatto'), mentre solo l'1,4% giudica questo tipo di relazioni 'per niente soddisfacente'. I dati sono sostanzialmente stabili negli anni e la soddisfazione per le relazioni familiari è analoga per uomini e donne: il picco è tra i 25-34 anni ('molto soddisfatti' al 37,2%). A livello territoriale più soddisfatti al Nord (39,4% 'molto soddisfatti', 34,7% al Centro e 28,4% al Sud), in particolare in Trentino-Alto Adige (45,7%), Friuli-Venezia Giulia (41,9%), Emilia-Romagna (40,4%) e Toscana (40,3%). Le più basse in Campania (21,6%), Molise (25,9%), Puglia (29,2%) e Sicilia (29,4%).
Anche per quanto riguarda le relazioni amicali la quota degli individui soddisfatti è molto elevata (83,4%), con quote del 59% di abbastanza soddisfatti e del 24,4% di molto soddisfatti. Sono soddisfatti soprattutto gli uomini (l'85,6% rispetto all'81,3% delle donne). Anche qui le persone molto soddisfatte risiedono soprattutto al Nord (28%).
Relativamente al proprio stato di salute, l'81,3% della popolazione di 14 anni e più esprime un giudizio positivo (molto o abbastanza soddisfatto) mentre il 12,7% è poco soddisfatto (le persone per nulla soddisfatte sono pari al 4,1%). Rispetto al 2010 il dato è rimasto sostanzialmente stabile: la soddisfazione per il proprio stato di salute diminuisce al crescere dell'età (il minimo tra gli ultrasettantacinquenni). Nel Nord la soddisfazione per il proprio stato di salute è più diffusa (anche qui primo il Trentino-Alto Adige).
Percentuali di soddisfazione leggermente più bassa si riscontrano quando si parla di lavoro: gli occupati che nel 2011 si dichiarano molto o abbastanza soddisfatto del proprio lavoro sono il 76,9%. Le donne si dichiarano leggermente più soddisfatte degli uomini (77,8% contro 76,3%) e gli individui che riferiscono di essere per niente soddisfatti sono il 3,2%. L'insoddisfazione aumenta passando dal Nord al Sud: gli occupati molto soddisfatti sono, infatti, il 16,3% nel Nord, il 15,1% al Centro e il 12,1% nel Mezzogiorno.
Capitolo a parte il tempo libero, per il quale ci sono persone soddisfatte in porzione molto più bassa rispetto agli altri aspetti della vita quotidiana già considerati. A dichiararsi molto o abbastanza soddisfatto è il 64,1% della popolazione: le donne sono meno soddisfatte degli uomini (62,1% contro il 66,2% degli uomini), soprattutto se lavorano (56% contro 59,1%). Le quote di persone insoddisfatte sono più elevate in Sicilia (41,8%), Campania (41,6%) e Puglia (39,1%), mentre i maggiormente soddisfatti del proprio tempo libero risiedono in Liguria (72,4%), Trentino-Alto Adige (71,7%) e Umbria (70,1%).

Italia divisa in due su soddisfazione situazione economica - Italia divisa in due sulla soddisfazione sulla condizione economica personale. Quasi la metà degli italiani (il 49,5%) nel 2011 è per niente o poco soddisfatta della propria situazione economica, una percentuale di poco più alta delle persone che si dichiarano molto o abbastanza soddisfatte (il 48,5%) e comunque invariata rispetto all'anno scorso. Lo dice l'Istat nel rapporto 'La soddisfazione dei cittadini per le condizioni di vita nel 2011', pubblicato oggi sulla base di un'indagine multiscopo svolta lo scorso marzo.
Nel Nord la quota di residenti soddisfatti della propria situazione economica è del 56,2%, mentre scende al 50,9% nel Centro e al 36,9% nel Mezzogiorno. La quota dei insoddisfatti, invece, è del 41,9% al Nord, del 47% al Centro e del 61,1% al Mezzogiorno. La percentuale di famiglie che giudicano la propria situazione economica sostanzialmente invariata rispetto all'anno precedente è stabile rispetto al 2010 (50,9% rispetto a 51,4%). Anche la quota delle famiglie che riferiscono un peggioramento della propria situazione rimane stabile nei due anni. Sostanzialmente, spiega l'Istat, «si tratta di una situazione di stasi dopo l'andamento degli anni precedenti».
La percezione delle famiglie è comunque molto diversificata rispetto alla condizione della persona di riferimento.
Dichiarano, infatti, un peggioramento della propria situazione economica in misura superiore quelle con persona di riferimento lavoratore in proprio o operaio (43,1% e 42,9%) e più difficoltosa ancora è la situazione delle famiglie la cui persona di riferimento è in cerca di occupazione (la quota di famiglie che dichiara un peggioramento è in questi casi del 61,6%).
Anche rispetto al giudizio sulle risorse economiche familiari, nel 2011 si registra una sostanziale stabilità delle opinioni: la percentuale di famiglie che affermano di disporre di risorse ottime o adeguate è il 56,8%, mentre le famiglie che le ritengono scarse sono il 37% e insufficienti il 5,7%, percentuali che sono del tutte analoghe a quelle osservate nel 2010. Le famiglie residenti nel Nord esprimono giudizi più spesso positivi sulle risorse economiche a loro disposizione: il 62,4%, infatti, le ritiene ottime o adeguate, mentre nel Mezzogiorno la quota scende al 47,8%.

Italiani diffidenti: il 77% sta molto attento con gli altri - Gli italiani sono diffidenti verso gli altri: il 76,8% ritiene che bisogna stare «molto attenti» nei loro confronti e solo il 21,1% pensa che «gran parte della gente è degna di fiducia».
Dal dossier emerge una diffusione più elevata della media del sentimento di diffidenza fino ai 34 anni e dopo i 65 anni di età e più bassa tra i 35-64 anni, pur riguardando sempre una quota di persone superiore al 70%. Le persone di status sociale più elevato tendono a dichiarare una minore diffidenza che la media della popolazione e anche anche le persone con un titolo di studio più elevato dichiarano di fidarsi di più degli altri: il 34,1% dei laureati ed il 23,9% dei diplomati dichiara che ci si può fidare della gran parte della gente, rispetto al 18,8% di chi ha al massimo la licenza media o al 14,5% di chi possiede al massimo la licenza elementare.

Gli incubi di chi vive in città: traffico e parcheggi fantasma - Gli incubi quotidiani delle famiglie italiane, specie di quelle che vivono nei grandi centri metropolitani del Centro-Sud restano il traffico (41,2%) e i parcheggi che non ci sono, segue l'inquinamento dell'aria, che preoccupa più al Nord, mentre la percezione del rischio di criminalità si attesta intorno al 26,6 per cento, ma aumenta in Campania e Lazio. Diminuisce ma resta elevata la quota delle famiglie che non si fidano a bere acqua dal rubinetto: il 30 per cento delle famiglie ha uno o più componenti che dichiarano di non fidarsi a berla, con una punta del oltre il 60% in Sicilia.
Lo dice l'Istat, nel rapporto «La soddisfazione dei cittadini per le condizioni di vita nel 2011», pubblicato oggi sulla base di un'indagine multiscopo svolta lo scorso marzo.
In particolare, i problemi maggiormente sentiti dalle famiglie nella zona in cui abitano sono il traffico (41,2%), la difficoltà di parcheggio (38%), l'inquinamento dell'aria (36,8%), il rumore (32,6%), il non fidarsi a bere acqua dal rubinetto (30%), la sporcizia nelle strade (29,1%), la difficoltà di collegamento con i mezzi pubblici (28,6%) e il rischio di criminalità (26,6%), mentre l'irregolarità nell'erogazione dell'acqua è considerata un problema dal 9,3 per cento delle famiglie. Rispetto al 2010 diminuiscono le famiglie che non si fidano a bere acqua dal rubinetto. In calo anche la quota delle famiglie che dichiarano irregolarità nell'erogazione dell'acqua, difficoltà di parcheggio e traffico nella zona in cui abitano (dal 42,6% al 41,2%).