Governo: Alfano, non vogliamo resistere ma governare fino al 2013
Il Segretario del PDL: A Napolitano abbiamo detto che la maggioranza adempirà gli impegni con l'UE. Patrimoniale? Nessuna decisione. Spero nel buon esito della vicenda degli «scontenti». Consultazioni prerogativa del capo dello Stato. Scontro Tremonti-Berlusconi? Inutili retroscena
ROMA - Il Pdl non cambia posizione: «in questa legislatura esiste solo questo governo», ha ribadito il segretario del partito Angelino Alfano, nel corso di una conferenza stampa nella sede di via dell'Umiltà, dopo la conclusione dell'incontro al Quirinale con il presidente della Repubblica.
Alfano, al cui fianco sedevano i capigruppo di Camera e Senato Fabrizio Cicchitto e Maurizio Gasparri, ha spiegato che la delegazione azzurra ha ribadito a Napolitano che il governo intende «adempiere gli impegni assunti in Europa. La lettera che il presidente Berlusconi ha consegnato ha due grandi pregi: sintetizza l'accordo fra i principali partiti della coalizione e tutta la coalizione ed è stata validata dall'Unione europea. Questo programma di governo ci porta al 2013 e riteniamo di avere i numeri per arrivarci con il presidente Berlusconi».
«Pensiamo - ha detto ancora il segretario del Pdl - che per arrivare al 2013 non occorra resistere ma governare. La lettera all'Unione europea è stata in buona misura riversata e travasata nell'emendamento approvato ieri in Consiglio dei ministri. Speriamo che vengano messe da parte pregiudiziali personali e che in Parlamento ci possa essere una maggioranza su singoli provvedimenti».
Dopo aver ribadito la contrarietà del suo partito a ogni ipotesi alternativa al governo Berlusconi, Alfano ha lanciato un appello alle opposizioni «a mettere il bene dell'Italia prima dei loro interessi. Se ci sono cose che sarebbe fatte da un ipotetico governo del ribaltone e che noi possiamo condividere, le propongano e facciamole insieme».
Patrimoniale? Nessuna decisione - Sull'ipotesi di una imposta patrimoniale «non è stata presa nessuna decisione». Le uniche decisioni sono contenute nell'emendamento al ddl stabilità approvato ieri in Consiglio dei ministri «sul resto c'è discussione. Forse è dottrina...».
Spero nel buon esito della vicenda degli «scontenti» - Sulla lettera degli «scontenti» del Pdl, firmata anche da alcuni parlamentari considerati fino a ieri fedelissimi di Silvio Berlusconi, Angelino Alfano, segretario del Pdl, ha ostentato ottimismo di fronte ai cronisti. «Noi abbiamo - ha spiegato nel corso di una conferenza stampa nella sede del partito a via dell'Umiltà - una dialettica interna fatta da persone che hanno avuto un ruolo importante sin dalla fondazione del Pdl. Sono convinto che si risolverà positivamente». Alfano ha garantito che saranno valutate «con attenzione» le tematiche poste anche da «alcuni parlamentari che non sono usciti dal Pdl. Se questa vicenda troverà un buon esito interno si concluderà come altre... del resto - ha aggiunto - ci sono amici non più berlusconiani di me perché non credo sia possibile, ma ex aequo».
«In ogni caso - ha concluso - dopo il governo voluto dagli italiani non ce ne può essere un altro che nasca da un giochino di palazzo».
Consultazioni prerogativa del capo dello Stato - Se il Governo dovesse perdere la maggioranza «chiederemmo che si vada alle elezioni». Rispondendo a una domanda sulle consultazioni in corso al Quirinale, Alfano si è limitato a dire che «le prerogative del presidente delle Repubblica sono quelle prevista dalla Costituzione. Tuttavia - ha aggiunto - noi abbiamo la prerogativa di rappresentare il gruppo principale della maggioranza e abbiamo il dovere di ribadire che non esiste altro governo possibile in questa legislatura».
Un concetto sottolineato anche da Cicchitto: «Questo governo non ha alternative. Non ne ha sui contenuti, perchè se si tratta di realizzare la lettera di Trichet e i punti che interessano l'Europa, il centrosinistra non è in grado di farlo, perchè mezzo Pd, tutta l'Idv e Vendola, che rimane una forza extraparlamentare, sono contrari e parlano di 'macelleria sociale'. Non è ipotizzabile un governo tecnico, trasversale, di transizione sui voti Pd e Pdl perché i nostri voti non ci saranno mai».
Per Cicchitto «quindi l'unico modo per arrivare al 2013 è realizzare il nostro programma». «E l'iter individuato - ha osservato da parte sua Gasparri - è dei più rapidi e offre certezze sui tempi, visto che si tratta di emendare la legge di stabilità che da alcuni giorni è all'esame del Senato ed è già calendarizzata per l'aula al 15 novembre».
Scontro Tremonti-Berlusconi? Inutili retroscena - I contrasti fra Silvio Berlusconi e Giulio Tremonti sono frutto di «retroscena» giornalistici per i quali «non c'è spazio», secondo il segretario del Pdl Angelino Alfano. Di fronte a una domanda sul nuovo scontro interno al Governo ricostruito dalla stampa, che gli è stata rivolta nel corso della conferenza stampa convocata dopo che la delegazione del Pdl è stata ricevuta al Quirinale, Alfano non ha dato una risposta diretta, ma ha liquidato la questione sostenendo che «grazie al lavoro dei giornalisti la politica italiana è tutta sulla scena, quindi non c'è spazio per i retroscena».
Carfagna: Un Premier diverso sarebbe un tradimento per gli elettori - L'ipotesi di un governo guidato da un premier diverso da Silvio Berlusconi sarebbe «un tradimento della volontà degli elettori». Lo afferma, in una nota, il ministro delle Pari Opportunità Mara Carfagna.
«Resterà deluso - dice - chi pensa di poter trasformare la crisi economica mondiale in un collasso del sistema politico italiano, smantellando il bipolarismo e vanificando l'indicazione del premier sulla scheda elettorale. Gli italiani ormai da tempo scelgono dentro le urne il loro presidente del Consiglio e oltre diciassette milioni di italiani, votando per la Camera dei deputati, hanno indicato nel 2008 Silvio Berlusconi, gli hanno dato credito fino al 2013. Qualunque altra soluzione, dunque, non è praticabile perché configurerebbe un tradimento della volontà del popolo italiano».
«Sono certa, come lo è il segretario del Pdl Angelino Alfano, che la maggioranza ha e continuerà ad avere i numeri per governare l'Italia e per portarla al riparo dalla crisi. Continuo a pensare che l'interesse del Paese è superiore ai distinguo di ciascuno e che, dunque, deputati e senatori, in un momento così difficile, sapranno prendere decisioni sagge. Qualora ciò non dovesse accadere la soluzione non può che essere il voto anticipato: toccherà agli elettori fare la loro scelta», conclude Carfagna.