19 aprile 2024
Aggiornato 09:30
Convention di due giorni organizzata dalla NIAF

Obama: L'Italia è un saldo alleato, lavoreremo insieme al G20

Per il Presidente americano è di fondamentale importanza non perdere il consenso delle minoranze. Marcegaglia premiata dal Niaf a Washington. Prima del gala, l'Italia industriale e culinaria in mostra

NEW YORK - Accolto dagli applausi della comunità italoamericana alla serata di gala nella National Italian American Foundation, il presidente americano Barack Obama si è subito guadagnato la simpatia delle 2.500 persone sedute ai tavoli della International Ballroom del Washington Hilton Hotel. «Viva l'Italia», ha detto in italiano, passando subito dopo all'inglese per celebrare lo stretto legame tra gli Stati Uniti e l'Italia.
Obama ha definito l'Italia «uno più saldi alleati degli Stati Uniti e tra i fondatori della Nato» e ha detto di attendere il G20 della settimana prossima «per lavorare con l'Italia per prendere una serie di decisioni molto importanti per l'economia globale».

Poi il tono si è fatto più leggero, celebrativo. Del resto, a un anno dalle elezioni presidenziali del 2012, per Obama è di fondamentale importanza non perdere il consenso delle minoranze. In questo senso, anche il rapporto con la comunità italoamericana va rafforzato e la tempistica della serata della Niaf, la maggiore associazione che rappresenta gli italoamericani, non avrebbe potuto essere migliore in questo senso, visto che sono in corso le celebrazioni per i 150 anni dell'unità d'Italia.
«Non ho antenati italiani, non so cantare come Frankie Avalon, Michelle non mi lascia mangiare il secondo piatto, non so cucinare come le vostre nonne, l'unica cosa che posso offrire è un cognome che finisce per vocale», ha detto, dicendosi happy to see so many amici (felice di vedere così tanti amici). Obama non ha perso l'occasione per ricordare gli italoamericani che hanno combattuto per gli Stati Uniti: «cosa sarebbe l'America senza gli italiani?», ha detto ricordando Giovanni da Verrazzano e Cristoforo Colombo, Enrico Fermi e Frank Sinatra, Joe Di Maggio e Sofia Loren («La mia preferita», ha detto). «Cosa sarebbe la politica senza Machiavelli? Certo, forse qui a Washington abbiamo personalizzato troppo le sue teorie», ha scherzato.

Obama ha inoltre ricordato gli emigranti italiani arrivati nel corso degli anni negli Stati Uniti, soprattutto quelli del dopoguerra: «sono venuti in cerca di un'opportunità, senza avere molto, non erano ricchi. Ma avevano un'incrollabile speranza nelle possibilità americane, nel fatto di potere essere liberi e di potercela fare se ci avessero provato. Non è stato facile, non sempre sono stati i benvenuti», ma sono poi diventati un esempio del sogno americano che ha spinto i genitori a volere il meglio per i propri figli.

Marcegaglia premiata dal Niaf a Washington - Dopo avere ricevuto giovedì a New York il Gei Award 2011, il premio assegnato ogni anno dal Gruppo Esponenti Italiani, la presidente di Confindustria Emma Marcegaglia sarà premiata anche dalla National Italian American Foundation, la più importante associazione che rappresenta gli italoamericani negli Stati Uniti.
Marcegaglia, che è già da ieri a Washington per una serie di appuntamenti di lavoro a porte chiuse, riceverà il Niaf Special Achievement Award in Women's Leadership, il premio assegnato a donne che si sono distinte per la loro capacità di leadership (negli anni scorsi il riconoscimento era andato anche all'attuale leader democratica alla Camera Nancy Pelosi). La presidente degli industriali italiani parlerà brevemente quando le sarà consegnato il premio.
Nei giorni scorsi Marcegaglia ha avuto modo di sottolineare che «l'Italia è un buon Paese e ancora molto forte», nonostante le difficoltà che si trova ad affrontare. La presidente di Confindustria, durante il pranzo organizzato dal Gei al Plaza Hotel di New York, aveva detto: «sono italiana e amo il mio Paese, sono vicina agli Stati Uniti, li considero la mia seconda casa», in questo modo sintetizzando il messaggio che la Niaf cerca di trasmettere nel sottolineare il forte legame fra i due Paesi.

Prima del gala Niaf, l'Italia industriale e culinaria in mostra - In attesa della cena di gala di questa sera, l'evento organizzato dalla National Italian American Foundation a Washington scalda i motori. Molte persone sono già al Washington Hilton Hotel, dove si tiene l'edizione numero 36 della manifestazione, per partecipare alle attività organizzate per la giornata.
La giornata entrerà nel vivo attorno alle 18 (la mezzanotte italiana), quando gli ospiti potranno cominciare a entrare nella International Ballroom, prima i numerosissimi giornalisti, poi tutti gli altri. Nell'attesa, l'appuntamento è nell Columbia Hall dell'hotel: in mostra ci sono alcuni dei nomi più rappresentativi dell'industria e del settore enogastronomico italiano (Vespa, Maserati, Ferrari, Lamborghini tanto per citarne alcuni). Tra le auto fiammanti c'è anche una Chrysler 300, forse l'esempio più recente della partnership tra Italia e Stati Uniti (il colosso di Detroit Chrysler Group è parte di Fiat).
Attorno alle 11 (le 17 in Italia) è cominciata anche un'asta silenziosa durante la quale sono vendute, tra le altre cose, foto d'epoca di personaggi sportivi (non manca naturalmente Joe Di Maggio, con uno scatto autografato), bottiglie d'annata, gioielli e viaggi. Anche se è presto per sapere il riscontro ottenuto, passeggiando tra gli oggetti in vendita è facile vedere che le offerte non sono mancate. Nel pomeriggio, prima della cena, si terrà una dimostrazione culinaria: alcuni chef faranno provare alcune delle ricette della tradizione italiana, accompagnate dal vino più adeguato.