Giustizia, le giovani toghe possono fare anche il PM
Rimosso il vincolo della riforma Mastella, monocratici anche i neomagistrati. Penalisti contro la legge. Della Monica (Pd): Stop leggi ad personam, ora riforma strutturale
ROMA - L'Aula del Senato ha approvato questa mattina all'unanimità un ddl che rimuove uno dei paletti della riforma Mastella ai magistrati di prima nomina. Da oggi, infatti, anche le giovani toghe potranno ricoprire incarichi monocratici e requirenti, come prima della riforma Mastella. Questo consentirà, secondo l'Anm, di superare il problema delle scoperture nelle cosiddette sedi disagiate, di solito «territorio di caccia» per i magistrati freschi di concorso.
Penalisti contro la legge sui Magistrati di prima nomina - Il disegno di legge sulle giovani toghe approvato in via definitiva dal Senato, «rimuovendo in gran parte un saggio divieto di incarichi monocratici ai magistrati appena nominati, rappresenta un altro, forse piccolo ma significativo, colpo inferto alla qualità della giustizia». E' netto e critico il giudizio dell'Unione delle Camere penali, che in una nota sostiene che «affidare giudizi monocratici e funzioni delicatissime (quali quelle di pm) a magistrati privi di alcuna esperienza, sol perché il sindacato dei magistrati vuol tutelare l'interesse, tutto corporativo ed espressione di quel che abbiamo da tempo definito nonnismo giudiziario, a far svolgere quelle funzioni nelle sedi meno appetibili ai giovani di prima nomina, avrebbe forse richiesto un serio e approfondito dibattito, audizioni, emendamenti, un diverso approccio, e secondo noi un diverso approdo».
«In un Paese normale - avvertono i penalisti - la riforma definita epocale della giustizia, quella sì, avrebbe avuto canali privilegiati e non sarebbe stata accantonata tra silenzi assordanti almeno quanto i rumori che ne avevano accompagnato la proclamazione. In un Paese normale la riforma della professione forense, che si attende da decenni, sarebbe ormai da tempo arrivata in porto. Insomma, in un Paese normale, se si vuole un Paese normale, non si dovrebbe tuonare contro la magistratura, con toni e modi peraltro poco acconci, per poi prostrarsi ai diktat prima e ai desiderata poi dell'Anm quando le luci della politica spettacolo sono spente e c'è da soddisfare interessi di corporazione. In realtà questo Paese, fin dai tempi della legge Breganze, quando si tratta di valutare le richieste sindacali della magistratura non è normale», conclude la nota.
Vietti negli USA: L'efficienza del sistema attrae gli investimenti - Il vice presidente del Csm Michele Vietti, nel corso di una visita istituzionale a Washington, ha incontrato oggi il presidente della Chamber of Commerce degli Stati Uniti, Tom Donohue. Lo riferisce una nota di palazzo dei Marescialli.
Tra i principali argomenti affrontati, le molteplici interazioni tra il funzionamento del servizio giustizia dei singoli Stati e lo sviluppo economico nazionale: «I dati concreti di tutte le più autorevoli statistiche internazionali - ha rimarcato il vicepresidente Vietti - confermano ormai che i Paesi in cui la giustizia funziona meglio sono anche i più competitivi sul mercato degli investimenti. Per le aziende, certezza e celerità delle decisioni rappresentano, dunque, un fattore imprescindibile nella valutazione del rischio di investimento. Occorre una maggiore consapevolezza di questa stretta relazione da parte di tutti anche in Italia, così come è avvenuto negli Stati Uniti già da tempo».
Della Monica (Pd): Stop leggi ad personam, ora riforma strutturale - «L'approvazione condivisa del provvedimento che interviene sui magistrati di prima nomina non costituisce, all'evidenza, un passo risolutivo verso una giustizia migliore, ma si muove la direzione di restituire funzionalità agli uffici giudiziari, rimuovendo barriere all'esercizio delle funzioni requirenti al termine del tirocinio». Lo afferma Silvia Della Monica, capogruppo Pd in commissione Giustizia al Senato.
«E' un voto che dimostra un aspetto politicamente importante - spiega - si possono raggiungere risultati concreti per una giustizia più efficiente nell'interesse di tutti, interrompendo la sequela di leggi ad personam su cui per un triennio si è concentrata l'attività del Governo e della maggioranza».
«I limiti posti dalla riforma dell'ordinamento giudiziario in merito al passaggio dalla funzione giudicante a quella requirente - aggiunge l'esponente Pd - ha comportato la creazione di significativi vuoti di organico negli uffici di procura, in particolare in quelli da considerare più difficili per collocazione geografica e per ragioni ambientali e questo provvedimento non risolverà i gravissimi problemi della giustizia ma consentirà almeno un piccolo miglioramento».
«Bisogna ricordare che comunque il tema giustizia resta drammaticamente sul tavolo. Chiediamo quindi che si porti veramente avanti la riforma strutturale che riguarda la revisione delle circoscrizioni giudiziarie, l'ufficio del processo, i tempi di velocizzazione della giustizia penale e che si dia seguito anche ad una riforma seria che preveda che l'amministrazione possa funzionare non soltanto con i magistrati ma anche con i cancellieri», ha concluso Della Monica.