29 marzo 2024
Aggiornato 16:00
Per il riconoscimento della dignità del lavoro giornalistico

Editoria, ok della commissione Cultura su equo compenso per i giornalisti

Carra, Giulietti, Ghizzoni: «Presto l'ok definitivo, il settore rischia». FNSI: «Contro gli abusi urgente una legge su equo compenso»

ROMA - La commissione cultura della Camera ha adottato il testo base relativo alla definizione di un equo compenso per i giornalisti con particolare riferimento al mondo del precariato e ai troppo casi di sfruttamento e di aggiramento delle stesse norme contrattuali. Il testo di legge, relatore Enzo Carrà, ha preso le mosse da una proposta avanzata dal presidente della commissione Lavoro Silvano Moffa e che ha raccolto un consenso quasi unanime.
Ora il testo licenziato dalla commissione Cultura della Camera sarà inviato alle altre commissioni chiamate ad e esprimere un parere. «Ci auguriamo - hanno dichiarato a nome delle opposizioni Enzo Carra (Udc), Beppe Giulietti (Misto), Manuela Ghizzoni (Pd) - che si possa arrivare quanto prima alla approvazione definitiva di un testo che ha sin qui visto la positiva convergenza di tutte le forze politiche e che appare ancora più urgente anche alla luce della grave crisi che rischia di colpire il settore».

FNSI: Contro gli abusi urgente una legge su equo compenso - A giudizio della Federazione nazionale della Stampa italiana «è una buona notizia il primo via libera della Commissione Cultura della Camera alla proposta di legge per l'equo compenso dei giornalisti free lance».
«L'iniziativa della professione per il riconoscimento della dignità del lavoro giornalistico, e per definire corretti pagamenti, si muove secondo il principio costituzionale per il quale ogni lavoratore ha diritto a una remunerazione proporzionata alla qualità e alla quantità del lavoro svolto. La legge - osserva la nota del sindacato dei giornalisti - appare lo strumento indifferibile per frenare abusi e soprusi, come ad esempio articoli pagati pochi euro; un binario legislativo perché gli editori capiscano l'importanza (sin qui negata) di opportune intese negoziali e perché comunque ci sia una garanzia del giusto compenso della professione giornalistica, soprattutto laddove esso non sia riconosciuto. Lo Stato attraverso gli strumenti della legge potrà assumere una funzione di tutela e garanzia del lavoro e nello stesso tempo delle condizioni indispensabili di autonomia e indipendenza per il corretto esercizio della professione giornalistica. Il bene informazione è molto delicato e non deve essere devastato da pressioni improprie fatte anche di pagamenti miseri e non corrispondenti (come invece già stabilisce il Codice Civile, art. 2233) all'importanza dell'opera e al decoro della professione».

Ci sono convergenze, ora voto in sede legislativa - «La Fnsi - prosegue la nota - sollecita ora, anche con l'attività e il contributo della sua commissione del Lavoro autonomo, che la proposta di legge sia affinata, abbia i pareri delle altre Commissioni e sia approvata il più rapidamente possibile. La soluzione del voto in sede legislativa, che vede convergenze vaste (dal primo firmatario Moffa, al relatore Carra, al deputato Giulietti, alla dichiarazione di sostegno del Sottosegretario Bonaiuti qualche settimana fa) va percorsa con serietà e determinazione. La Fnsi il prossimo 4 novembre dedicherà alla lotta al lavoro precario e alla dignità di tutti i giornalisti, a partire dai più deboli, la manifestazione nazionale nel quadro della giornata europea (Stand Up for journalist) della dignità e per il decoro del giornalismo e della libertà dell'informazione».