I Radicali vedono Berlusconi: Almeno lui ci ascolta
Pannella: «Con il Pd abbiamo parlato solo un paio di volte in questi anni». L'offerta di Bersani: Autonomia o Nuovo Ulivo. Bernardini: Ma cosa è il Nuovo Ulivo?
ROMA - «Potremo e dovremo continuare a votare sempre contro il Governo. Come abbiamo sempre fatto. Ma, diciamo, contro un Governo che dimostra almeno che ha un presidente del Consiglio che comunque ascolta, ascolta noi Radicali. Li ascolta, poi vedremo quello che accade?». Marco Pannella ha raccontato così a Radio Radicale, ieri sera, l'esito dell'incontro avuto con Silvio Berlusconi a palazzo Grazioli.
Il resoconto del colloquio tra la delegazione dei Radicali, composta da Marco Pannella, Rita Bernardini, Maria Antonietta Farina Coscioni, Valter Vecellio, nella casa romana del premier, presenti anche Angelino Alfano e Gianni Letta, è pubblicato integralmente sul sito del partito. Nel riferire del colloquio Pannella e Bernardini polemizzano anche con i forse ormai «ex» alleati del Pd. «Sui temi dei quali avremmo voluto parlare con il Partito Democratico, con Bersani, in realtà abbiamo trovato ascolto da parte del presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi - ha spiegato la Bernardini -. Governo sul quale abbiamo sempre votato contro, dall'inizio della legislatura fino all'ultimo voto di fiducia dello scorso venerdì 14 ottobre. Credo che questo abbia la sua importanza, perché nonviolenza significa dialogo e quando si trova qualcuno dall'altra parte che ha deciso di ascoltare a lungo, credo che la nonviolenza imponga, per chi sappia usarla, il dovere della tenuta».
Pannella aggiunge di aver posto al premier gli stessi temi rivolti «a Bersani e compagni, esattamente le stesse questioni: di riforma americana della legge elettorale e del tipo di Stato; sopratutto di giustizia, amnistia, indulto; ci ha posto domande, informazioni; abbiamo parlato di eutanasia, di questioni «etiche» (che sono questioni sociali): in fondo di tutto quello su cui vorremmo discutere da anni con il PD, quando per esempio partecipavamo con Prodi al governo. Ma da allora credo che in tutto siamo riusciti a parlare nella sede pubblica del PD due volte! Una volta con la Segreteria Franceschini e l'altra con l'attuale Segretario. E basta! Furono «comunicazioni» sicuramente meno ascoltate e meno seguite...».
Da anni il Pd rifiuta incontri con noi - Marco Pannella elenca i suoi «contro» rispetto al «regime Pd-Pdl». In una nota, il leader radicale se la prende in particolare con i democratici e ribadisce che aspetta risposte su una serie di questioni, dalla riforma elettorale ai temi della giustizia: «Il Pd da anni rifiuta Radicali-Democratici qualsiasi dibattito pubblico o anche solo riservato con noi Radicali. Il Regime - del quale sono storicamente pienamente parte dirigente - risolve il problema con un comportamento letteralmente e ferocemente di stampo totalitario fascio militar-comunista contro i diritti umani e costituzionali del popolo italiano, cui viene vietato di conoscere e giudicare, in primo luogo, comportamenti ed esistenza dei Radicali».
L'offerta di Bersani: Autonomia o Nuovo Ulivo - La lettera è datata 16 settembre 2011 ed è indirizzata a tutti i parlamentari Radicali eletti con le liste del Pd, la firma è quella di Pier Luigi Bersani. Il leader Pd, secondo quanto è in grado di riferire Tmnews, poco più di un mese fa, prima degli scontri per il comportamento dei Radicali durante il voto sul ministro Romano e in occasione della fiducia al Governo, aveva scritto Emma Bonino e agli altri ricordando che il Pd vuole garantire la tradizionale «autonomia» dei Radicali, ma che non ci sono preclusioni ad un loro ingresso nel Nuovo Ulivo.
Bonino e gli altri si erano lamentati perché Bersani, nel discorso tenuto alla conclusione della festa Pd, parlando di alleanze aveva trascurato di citare i Radicali. Nella lettera, Bersani scrive ai Radicali: «Ho sempre ritenuto che la collaborazione con i Radicali dovesse partire dal riconoscimento di uno storico e particolare profilo di autonomia, quello che ho definito non biodegradabile, e che quindi forme di accordo, quando ci sono, debbono avere una loro particolarità».
«Ma - aggiungeva Bersani - se non è così e se i Radicali fossero interessati a partecipare a quel processo collettivo che chiamiamo 'nuovo ulivo' da parte nostra non ci sarebbe preclusione alcuna».
Di lì a poco, sarebbe scoppiata la polemica sul mancato voto di sfiducia a Romano.
Bernardini a Bersani: Ma cosa è il Nuovo Ulivo? - Il Nuovo Ulivo che cosa è? E qual è il programma? Rita Bernardini - interpellata telefonicamente - spiega perchè i Radicali non hanno risposto alla lettera che Pier Luigi Bersani inviò, lo scorso settembre, a tutti i parlamentari del suo partito eletti nelle liste del Pd, offrendogli la possibilità di entrare nel nuovo progetto politico del centrosinistra.
«Ma cosa è il nuovo Ulivo? Il segretario del Pd si inventa questa cosa e ci chiede se vogliamo biodegradarci dentro, ma poi invece magari vuole anche fare l'alleanza con l'Udc - dice Bernardini -. Poi c'è il piccolo Letta che propone addirittura un'alleanza con Maroni, Alfano, Casini e Rutelli. Insomma si decidessero. Noi siamo sempre dalla stessa parte, anche per i contenuti, invece se dovessi dire quale è il programma del Pd non saprei rispondere. Per esempio, sulla legge elettorale, all'assemblea nazionale hanno votato all'unanimità per il maggioritario alla francese, poi è sparito. Quindi di che cosa stiamo parlando?».
Giacomelli (PD): Vedono Berlusconi? Con noi rapporto esaurito - «Nessuno vuol pensare male, ma dopo la pressione che Pannella ha esercitato per far assumere ai deputati Radicali le recenti, sconcertanti posizioni, il suo incontro con Berlusconi diventa una inquietante chiave di lettura e getta una luce ambigua sul percorso politico dei Radicali e sui motivi che lo determinano». Lo dice Antonello Giacomelli, deputato Pd.
«Coerenza vorrebbe che si prendesse atto del definitivo esaurirsi di un rapporto e che Pd e radicali assumessero, anche in Parlamento, la responsabilità di perseguire con reciproca libertà i diversi obiettivi politici - prosegue Giacomelli -. Può darsi, non tocca a me dirlo, che le scelte controverse, le svolte improvvise, una ambivalenza di fondo siano per i Radicali, salutari e convenienti. Per il Pd la ulteriore tolleranza di inaccettabili ambiguità sotto il proprio simbolo rispetto a Berlusconi ed al suo governo potrebbe fare solo male».