Ddl libertà d'impresa, bagarre in aula tra Lega e opposizione
Colombo: «Testo insensato, l'ha scritto Bossi?» Vanalli: «Stronzate». Troppo ricorso al turpiloquio, la Presidenza richiama i Deputati
ROMA - Clima teso in Aula alla Camera nel corso delle votazioni sul ddl che modifica l'articolo 41 della Costituzione sulla libertà di impresa: scambio di epiteti, gesti e battutacce tra la Lega e i banchi dell'opposizione. A scatenare la bagarre è stato l'intervento del deputato democratico Furio Colombo: «Sto guardando voi governo - ha detto - spendere e sprecare quel minimo di utilità che potrebbe derivare dalla vostra azione. Vedervi qui a far niente, per approvare una cosa che sembra scritta da Bossi, non ha nessun significato, è una cosa priva di senso comune, sembra un momento di distrazione. Avete fatto una legge pessima che si riversa sul prestigio del presidente della Commissione (Donato Bruno, ndr) che non ha mai fatto un lavoro così brutto».
Le parole di Colombo sono state accolte dalle proteste leghiste. «Invito i colleghi a non rispondere alle provocazioni», ha detto il presidente dei deputati della Lega, Marco Reguzzoni, prendendo la parola e «denunciando» il deputato Pd Ettore Rosato, «reo» di avere «fatto due fotografie, cosa che in Aula è vietata. Con gesti e insulti ci provocano per far saltare la seduta ma noi siamo una forza ragionevole e ferma nelle nostre posizioni».
Più esplicito l'intervento di un altro leghista Pierguido Vanalli: «Se non conoscessimo Colombo, non sapremmo che dice una stronzata dietro l'altra tutti i giorni». E all'opposizione che protestava ha fatto notare: «Mi sono permesso di usare un termine che il presidente della Camera ha spiegato bene a dei bambini. Se può usarlo lui con i bambini non vedo perché non posso usarlo io con i colleghi», ha detto ricordando l'intervento di Gianfranco Fini nel 2009 davanti ad alcuni bambini immigrati in un centro di Torpignattara a Roma. A loro il leader di Fli disse che era uno «stronzo» chi li definiva come «diversi».
In Aula il clima è teso - ha osservato il vicepresidente di turno dell'Assemblea Rocco Buttiglione - vi prego di non usare termini non appropriati alla solennità dell'Aula».
Casini: «Il provvedimento marcia verso il nulla, non lo avalleremo» - «Stiamo cambiando per capriccio la Costituzione: non ve n'è alcun bisogno perché inseriamo un ulteriore motivo di divisione tra le forze politiche su un terreno che dovrebbe realizzare per antonomasia ampie convergenze». Così il leader dell'Udc, Pier Ferdinando Casini, è intervenuto in Aula alla Camera nel corso dell'esame sul ddl che modifica l'articolo 41 della Carta sulla libertà di impresa.
Questo ddl «è una pura perdita di tempo e una irresponsabilità totale di chi, non sapendo dare risposte sulle cose concrete come il dl sviluppo o di chi sta a gingillarsi su altre cose che richiedevano da mesi un'assunzione di responsabilità come la nomina del governatore di Bankitalia, impone una questione che non avrà alcun esito concreto».
«Dobbiamo recuperare serietà», ha aggiunto Casini sottolineando che nel Pdl «non è cambiato nulla nonostante dal vostro consiglio nazionale sia stato nominato un nuovo segretario e si sia ipotizzato un nuovo terreno di incontro con le altre forze politiche. Vorrei capire cosa sta cambiando? Quando il Pdl capisce che in un momento così drammatico si chiede un'assunzione di responsabilità comune? Voi andate esattamente nella direzione opposta e il fossato tra l'area del governo e il resto del Parlamento ogni giorno si allarga. Vi chiedo di fermarvi davanti a questa inconsulta marcia verso il nulla, in questa esibizione muscolare che porterà solo verso l'ignoto». Quindi ha annunciato: «Domani mattina tutti i componenti del mio gruppo interverranno per dire che non siamo disponibili ad avallare questa perdita di tempo in Parlamento su questioni che non hanno né capo né coda».