24 aprile 2024
Aggiornato 07:00
Plenum straordinario del CSM

Giustizia, Palma al CSM evita i temi caldi e promette le riforme

Ma il Vicepresidente Vietti avverte: No a interventi «dalle gambe corte» in Parlamento

ROMA - Ha proposto «un percorso di pacificazione» fra politica e magistrati: ma il ministro della Giustizia Nitto Palma, intervenuto oggi al plenum straordinario del Csm, ha condito la promessa con l'annuncio di una riforma delle norme disciplinari per punire le dichiarazioni «irriguardose» delle toghe. E ha evitato di entrare nel merito degli argomenti più spinosi: intercettazioni, processo lungo e prescrizione breve, i progetti «dalle gambe corte» e mirati a «interessi particolari» in discussione in Parlamento, stigmatizzati dal vicepresidente del Csm Michele Vietti nella sua relazione introduttiva.

Su una cosa Vietti e Palma concordano: il conflitto istituzionale «colpisce entrambe le parti in causa», ha osservato il guardasigilli. E Vietti vede il «rischio di un reciproca delegittimazione delle istituzioni agli occhi dei cittadini». La strategia illustrata da Palma appare diversa da quella di Alfano: se da un lato non ha concesso nulla agli oppositori degli interventi legislativi del Governo e ha liquidato come «polemiche del momento» gli scontri su «processo breve o processo lungo», dall'altro ha rivendicato la sua rapidità d'azione sulle «riforme strutturali», a partire dalla revisione della geografia giudiziaria e dallo studio della depenalizzazione.

Sulla politica niente sconti, insomma, ma sull'efficienza del sistema il guardasigilli ha proposto una tregua all'Anm, della quale ha lamentato l'assenza ai tavoli tecnici del ministero. E con l'annuncio di una legge per regolare il passaggio dalla toga alla politica e viceversa, il ministro è sembrato volersi proporre come interlocutore dell'Anm, del Csm e dello stesso Quirinale, che più volte si sono pronunciati sulla necessità di un intervento del legislatore.