20 aprile 2024
Aggiornato 16:00
Perugia-Assisi

Acli: «giustizia sociale fondamento della pace»

Domani l’iniziativa Planetaria 2011. Domenica il 50° anniversario della prima marcia

ROMA - «Una pace responsabile fondata sulla giustizia sociale». E’ il titolo del documento elaborato dalle Acli in occasione del 50° anniversario della prima Marcia per la Pace, che si svolgerà domenica 25 settembre da Perugia ad Assisi. «Solo considerando la complessità dei conflitti che feriscono le nostre società – è scritto nel testo – possiamo capire che la Pace non esiste se non c'è pace in una comunità, nelle strade o in una famiglia, se i governanti non rispettano e rendono giustizia ad ogni cittadino, o se l'economia, sempre meno reale e svincolata dal lavoro e dalla produzione, arricchisce chi è ricco e impoverisce chi già è povero».

Le Associazioni cristiane dei lavoratori italiani, da sempre presenti alla Marcia e fondatrici della Tavola della Pace, giungeranno a Perugia con i propri iscritti da tutta Italia. Domani, sabato 24 settembre, avrà luogo «Planetaria 2011: parole e musica di pace», una giornata di animazione e intrattenimento organizzata dal Dipartimento Pace e stili di vita delle Acli. Dalle 17 alle 23, sul palco allestito negli spazi dei Giardini del Frontone, a Perugia, verranno proposti concerti e letture, interventi e testimonianze, musica e poesia con il filo conduttore della pace. Nel corso della manifestazione sarà presentato il poster Acli della Pace 2011, vincitore del concorso grafico «Io manifesto la pace», che riprende e rinnova un elemento della tradizione pacifista delle Acli.

Le Acli ribadiscono con «serietà e coerenza» la scelta per una «cultura della non violenza» – «lavorare per cambiare il mondo cominciando da noi stessi» – e propongono il valore dell’ «interdipendenza» come corresponsabilità per la sorte degli uomini e della pace: «Ogni cosa che accade ad un uomo o una donna, in qualsiasi parte del mondo vive, ci rende responsabili della sua sorte; ignorarlo significa sostenere quella violenza che è la causa dell'assenza di pace nel mondo». «Chi vuole essere operatore di pace – è scritto ancora nel documento – deve aprirsi alla prospettiva di un umanesimo planetario, che rappresenta lo sviluppo libero di tutti gli uomini».