27 agosto 2025
Aggiornato 18:00
Berlusconi sexy-gate

Caso Noemi, per il Giudice le 10 domande di Repubblica erano legittime

Bocciato il risarcimento danni chiesto dal Premier al quotidiano: le domande erano «un legittimo esercizio del diritto di cronaca»

ROMA - Erano legittime le 10 domande che Repubblica, su iniziativa di Giuseppe D'Avanzo, pose a Silvio Berlusconi dopo il caso Noemi. Lo ha stabilito il Tribunale di Roma, secondo quanto riporta oggi il quotidiano, respingendo la richiesta di danni avanzata dal Premier.
Per Angela Salvio, magistrato della sezione civile del tribunale di Roma, le domande erano «un legittimo esercizio del diritto di cronaca, e lecita manifestazione della libertà di pensiero e di opinioni garantita dall'art. 21 della Costituzione».

«La pretesa di Berlusconi di soffocare un'inchiesta scomoda e di zittire un giornale è stata sconfitta», scrive nel suo editoriale il direttore di Repubblica Ezio Mauro.
Secondo la sentenza «in un Paese democratico è diritto-dovere della stampa chiedere conto e ragione dei propri comportamenti a chi ricopre cariche politiche e di governo» per valutare gli uomini pubblici «non solo sull'attività svolta, ma anche con riferimento al suo patrimonio etico e alla coerenza dei comportamenti». «E' quello che Repubblica e D'Avanzo hanno sostenuto in questa battaglia giornalistica - scrive Mauro -. Che oggi continua perché nel mezzo della crisi ci sono molti altri punti oscuri che attendono dal Premier qualche risposta. A risentirci».