3 maggio 2024
Aggiornato 01:30
Sotto osservazione un ente privato

Alto Adige, una fondazione segreta che finanzia gli anti-italiani

Inchiesta sulla Laurin: soldi ai partiti xenofobi. Lo riporta il quotidiano il Corriere della sera

ROMA - Una fondazione «segreta» con lo scopo di finanziare gli anti-italiani. Questo sarebbe la Fondazione Laurin secondo le indagini della Procura di Bolzano che ormai da tempo a messo sotto osservazione l'ente privato che fra i membri del cda vede anche due ex terroristi rifugiatisi in Germania dopo essere stati condannati all'ergastolo per le stragi commesse in Altro Adige a cavallo degli anni sessanta e settanta nel nome dell'irredentismo anti-italiano.

Come riportato dal quotidiano il Corriere della sera, l'accusa rivolta alla fondazione è la violazione della legge Anselmi sulle associazioni segrete. Secondo la procura la Laurin altro non sarebbe che una sorta di 'finanziatore' di partiti xenofobi ed aziende della provincia, ammesse al credito a condizione di aderire al vecchio progetto pangermanista che si traduce nel sentimento anti-italiano e nel sostegno agli indipendentisti che a sud del Brennero vorrebbero riunirsi alla Germania.

A prova di questo la Procura ha rinvenuto dei documenti che confermano i finanziamenti della Fondazione alla politica anti-italiana in Alto Adige: fra il materiale sono state rinvenute garanzie ad una banca per un contributo di 260 mila euro a favore di Pius Leitner, padre del Freihritlichen, locale partito di estrema destra. Altri versamenti riguardano invece Peter Paul Rainer, ideologo degli Schutzen, organizzazione che combatte la presenza italiana in provincia, condannato a 20 anni di reclusione per l'uccisione del consigliere provinciale Christian Waldner, assassinato nel 1997.

La Fondazione, secondo quanto riporta il Corriere della sera aveva destato l'attenzione della Guardia di Finanza di Bolzano per ragioni fiscali. Da questi primi controlli, però, l'indagine ha preso una svolta inaspettata. In poco tempo, le forze dell'ordine , hanno accertato anche l'anomala composizione del cda della Fondazione: accanto ai due ex terroristi Pieter Kienesberger e Erhard Hartung, siedono infatti Otto Scrinzi, un passato nell'Ndsap ed Helga Crisitina, figlia di un facoltoso imprenditore austriaco.