28 agosto 2025
Aggiornato 02:00
Dialogo con Gianfranco Pasquino

Napolitano: «Modificare la Costituzione? C'è improvvisazione...»

Il Presidente della Repubblica: «Elaborazione Carta '48 fu risultato di spinte attente al futuro». La battuta a Pasquino: «Se il Parlamento lavora? Non provocare...»

PALERMO - «Ci si sveglia la mattina e si propone la modifica di articoli della Costituzione, a seconda di quelli che piacciono e non piacciono... Mi pare ci siano approssimazioni e improvvisazioni...». Lo ha detto il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, nel corso di un «dialogo» con Gianfranco Pasquino sul tema Rifare gli italiani per stare in Europa, alla facoltà di ingegneria dell'università di Palermo.
Il capo dello Stato ha ricordato gli sforzi che furono compiuti per «fare» la Carta del '48. «Allora - ha detto - confluirono anche il pensiero cattolico e la dottrina della chiesa, le esperienze socialdemocratiche, Keynes. La Costituzione ha rappresentato un punto di arrivo per molte sollecitazioni e fondamentali spinte politiche molto attente al presente di quel momento e all'avvenire».

Napolitano a Pasquino: «Se il Parlamento lavora? Non provocare...» - «Hai detto che non volevi provocare. E allora se volevi invece farlo?». C'è spazio anche per le battute scherzose nella conversazione pubblica, durata un'oretta, all'università di Palermo, tra il presidente Giorgio Napolitano e Gianfranco Pasquino. Il capo dello Stato si lascia andare alla battuta quando il professore osa domandargli se il Parlamento oggi lavora bene.
«Per uno che ha trascorso almeno 43 anni netti in Parlamento non è facile parlarne se non come istituzione fondamentale insostituibile e con funzione pedagogica - ha detto - Io ti ringrazio del titolo di predicatore che mi hai conferito e aggiungo che posso trovare un equivalente nell'espressione di Calamandrei, cioè il presidente della Repubblica come viva vox costitutionis o garante dell'unità nazionale». Perchè «garante della Costituzione è una definizione che mi crea problemi perché la Costituzione prevede un sistema di garanzie e non un garante».