23 aprile 2024
Aggiornato 09:30
Il Consiglio dei ministri vara lo scorrimento veloce della giustizia civile

Processo civile: Palazzo Chigi riduce da 33 a 3 i riti processuali

Il Ministro della Giustizia Nitto Palma: «Con le norme varate oggi vantaggi economici e processi non più lumaca»

ROMA - «Stiamo predisponendo altri due ddl sulle materie escluse dalla delega» in attuazione della quale è stato emanato il dlgs di oggi, ovvero «la normativa sui processi pendenti che permetterà l'entrata a regime» del nuovo sistema e quello sui Tribunali della famiglia che prevederà l'istituzione nei Tribunali di «sezioni specializzate» cui saranno ricondotti tutti i procedimenti in materia», ha detto il ministro della Giustizia al termine del Consiglio dei ministri che ha approvato il decreto legislativo per la semplificazione del processo civile.

I riti processuali ridotti da 33 a 3 - Il consiglio dei ministri ha approvato il decreto legislativo che semplifica il processo civile: arriva dunque un testo unico che raccoglie tutte le norme processuali, e le tipologie dei riti processuali vengono ridotte a tre dalle 33 esistenti.

Nitto Palma: «E' una rivoluzione del processo civile»  - Un provvedimento che si inserisce in quella che il Guardasigilli definisce la «rivoluzione» del processo civile attuata dal governo, ma che - riconosce Palma - non esaurisce ancora la semplificazione in materia.
L'effetto del decreto approvato oggi, assicura Palma, sarà «una velocizzazione del processo stesso a seguito dell'unificazione con tutti i vantaggi che ne derivano sia sul piano economico sia per quanto riguarda la durata del processo».
In sintesi, i riti processuali civili saranno solo tre rispetto ai 33 attuali: il rito del lavoro, il rito sommario di cognizione, il rito ordinario di cognizione. Resta ora da intervenire, spiega il ministro Guardasigilli, sulle procedure fallimentari, sui procedimenti in materia di famiglia e in materia di titoli di credito, di diritto del lavoro, di codice della proprietà industriale e di codice del consumo. In ogni caso «si realizza una inversione di tendenza rispetto agli ultimi 50 anni».
C'è poi la stesura del Testo Unico che «razionalizza e riassume le regole processuali attualmente sparse in decine di leggi diverse», con «regole più chiare , espresse con una terminologia uniforme, per ridurre al minimo i dubbi interpretativi che finora hanno affaticato la giurisdizione».

Il comunicato di Palazzo Chigi - Il Consiglio dei ministri ha approvato in via definitiva su proposta del Ministro della giustizia, Francesco Nitto Palma, un decreto legislativo che introduce nell'ordinamento disposizioni complementari al codice di procedura civile in materia di riduzione e semplificazione dei procedimenti civili di cognizione che rientrano nell'ambito della giurisdizione ordinaria, in buona parte regolati dalla legislazione speciale, riconducendoli ai tre modelli previsti dallo stesso codice di procedura civile, individuati, rispettivamente, nel rito che disciplina le controversie in materia di rapporti di lavoro, nel rito sommario di cognizione (introdotto dalla medesima legge n. 69 del 2009) e nel rito ordinario di cognizione.

Il Governo ha razionalizzato e semplificato la normativa processuale civile - L'evoluzione normativa degli ultimi decenni si era caratterizzata per la estrema proliferazione dei modelli processuali, avvenuta spesso in assenza di un disegno organico ed all'insegna della ricerca di formule procedimentali capaci di assicurare la celerità nella definizione dei giudizi. Questo fenomeno si è rivelato, nel tempo, fattore di disorganizzazione del lavoro giudiziario, unanimemente individuato come una delle cause di disfunzioni dei giudizi civili e di rilevanti difficoltà interpretative per tutti gli operatori del diritto.
Nell'esercizio della delega il Governo attua una chiara inversione di tendenza rispetto al passato, razionalizza e semplifica la normativa processuale introdotta dalla legislazione speciale, raccoglie in un unico testo normativo tutte le disposizioni che disciplinano i procedimenti giudiziari previsti dalle leggi speciali, dando così luogo ad un testo complementare al codice di procedura civile, in sostanziale prosecuzione del Libro IV. Sul testo sono stati acquisiti i pareri delle Commissioni parlamentari.