Rifiuti, il Decreto rinviato in Commissione
Sulle mozioni di maggioranza non segue la Prestigiacomo e va sotto 2 volte
ROMA - Nuova bagarre in aula alla Camera sul decreto rifiuti, il cui rinvio in commissione era stato bocciato a sorpresa ieri dall'aula di Montecitorio. Alla ripresa dei lavori il relatore Pdl Ghiglia ha riproposto il rinvio che questa volta è stato approvato. Ed è scoppiata la bagarre in aula. Con il capogruppo del Pd Dario Franceschini, seguito a ruota dal Vicepresidente Fli Italo Bocchino, che ha denunciato l'esistenza di «un patto scellerato e vergognoso» sulla pelle dei napoletani fra Lega e Pdl: il rinvio in commissione del decreto e forse il suo definitivo abbandono (decadrà il 30 agosto se non convertito prima dal Parlamento che chiude per ferie fra 15 giorni) in cambio della garanzia di voti leghisti nel voto segreto contro l'arresto di Alfonso Papa proposto dalla giunta immunità, dopo la richiesta dei magistrati dell'inchiesta P4.
La Lega («i vigliacchi guerrieri padani che non hanno il coraggio di dire alla loro gente come votano sugli arresti di Papa», per dirla con Franceschini) ha respinto al mittente le accuse, accusando il Pd di essere lui pronto a 'salvare' Papa a voto segreto. Mentre l'intervento di Bocchino, che ha invitato il Carroccio a pretendere dal resto della maggioranza il voto palese su Papa «perchè ciascun deputato metta la faccia sul proprio voto», è stato accompagnato da cori da stadio del centrodestra al grido di «scemo, scemo».
Scambio o non scambio su Papa la maggioranza sui rifiuti resta divisa e la notte non ha portato alcuna soluzione di merito, se non l'accordo mancato ieri su rinviare per ora in commissione il decreto. Ad inizio seduta i malumori del centrodestra contro il nuovo stop del Carroccio alla riformulazione del decreto sulla base della decisione del Consiglio di Stato, si è manifestato con una doppia sconfitta della maggioranza in due votazioni su mozioni e/o parti di mozioni di opposizioni - sempre in tema rifiuti- su cui il ministro Prestigiacomo aveva dato parere favorevole e che alla fine l'ha vista astenersi mentre -senza successo- la maggior parte del centrodestra ha votato con la Lega contro.
«Non mi sento sconfessata e vado avanti serena», ha commentato a fine della travagliatissima seduta la signora Ministro minimizzando lo schiaffo in faccia ricevuto in aula dalla sua maggioranza. E quanto alla sorte di un decreto che sembra destinato a non essere mai convertito in legge dopo il rinvio in commissione, «mi auguro che passata questa giornata di voti pasticciati e altissima tensione parlamentare per ragioni che con il delicatissimo tema rifiuti nulla hanno a che fare - ha detto Prestigiacomo - si possa fare una valutazione serena sul modo migliore di procedere: decadenza, nuovo decreto, conversione o altro. Le accuse di relazione con il voto su Papa sono un abbaglio strumentale delle opposizioni. La presenza di posizioni diverse nella maggioranza sulla questione dei rifiuti a Napoli e la contrarietà della Lega - ha ricordato- sono note da tempo, non questione di oggi. Il Consiglio di Stato solo il 6 dicembre si esprimerà sul merito della decisione del Tar. Mi auguro che in commissione, passata questa giornata politicamente inadatta a qualsiasi decisione definitiva, magari anche con maggiore serenità da parte della stessa opposizione, si possa valutare con tranquillità la strada più opportuna da seguire».
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