Di Pietro: Il no all'abolizione è corruzione parlamentare
Il leader dell'IDV: «Tradite le promesse fatte agli elettori»
ROMA - Il no all'abolizione delle province, determinatosi ieri nell'aula della Camera per la contrarietà della maggioranza di centrodestra ma anche grazie all'astensione del gruppo del Pd, è «corruzione parlamentare». A lanciare l'accusa è stato il leader dell'Italia dei Valori Antonio Di Pietro, in una conferenza stampa convocata alla Camera per illustrare le proposte alternative del suo partito sulla manovra finanziaria.
«Denunciamo - ha detto Di Pietro - l'atto di corruzione parlamentare commesso in concorso dalla maggioranza e da una parte dell'opposizione sulla nostra proposta di abolizione delle province. Per corruzione parlamentare intendiamo il tradimento delle promesse elettorali». Chi ha votato contro l'abolizione delle province «ha tradito - a giudizio dell'ex pm - quell'impegno raccontando un sacco di frottole, dicendo che 'bisognava riflettere ancora' e per questo tornare in commissione. E' dal 1970 che riflettiamo in commissione, c'è chi dice che ci stiamo dal 1960...».
«Questa denuncia pubblica - ha ammonito l'ex pm, con una nota polemica che è apparsa diretta anche agli alleati di centrosinistra - per noi d'ora in poi sarà premessa di ogni discorso. Non possiamo accettare l'ipocrisia di chi dice di voler tagliare i costi della politica e poi pensa alle poltrone, alle poltroncine e alle cadreghe».