24 aprile 2024
Aggiornato 05:00
Camera

I Responsabili cambiano nome, ora è «Popolo e Territorio»

Moffa: «Nuova fase, non siamo succubi di nessuno»

ROMA - «Inizia una nuova fase e con essa cambia anche il nome. Vogliamo superare il 14 dicembre». Con queste parole Silvano Moffa ha annunciato alla Camera una piccola rivoluzione interna fra coloro che fino a questa mattina erano i «Responsabili». Il nuovo gruppo, come annunciato dallo stesso Moffa, si chiamerà «Popolo e Territorio». Una scelta per lasciare nel nome del gruppo l'origine federalista che ha dato vita a «Iniziativa Responsabile» ed associarla al concetto di territorio.

Ad indicare le tematiche su cui si concentrerà l'azione del neonato gruppo è stato lo stesso Moffa che ha indicato tre aspetti: famiglia, imprese e ruolo della politica e sua ridefinizione. Per quel che riguarda la famiglia, Moffa ha annunciato di voler porre l'attenzione sulla manovra finanziaria ed in particolare su due aspetti: la delega fiscale e quella assistenziale. Per gli ex Responsabili bisogna poi partire dal reddito che «noi riteniamo appartenga a chi lo produce», ha sottolineato Moffa. Per il futuro delle imprese, in particolare quelle medio piccole più esposte ai rischi della crisi economica, è invece necessario «spingere su due fattori: l'impresa ha bisogno di essere sostenuta nel suo sforzo innovativo e nell'attività di ricerca», ha spiegato Moffa, con accanto i parlamentari di 'Popolo e Territorio'. Per il gruppo, è poi necessario che la politica «trovi la capacità di rimettersi in discussione», ma soprattutto «è necessario arrivare all'individuazione del ruolo del parlamentare che sia parametrato con la linea europea».
Una linea chiara che, come annunciato dallo stesso Moffa, i membri del gruppo non riporranno in un cassetto ma su cui discuteranno con gli alleati, poichè «Popolo e Territorio non è succube di nessuno». Proprio per questo «la prossima settimana incontreremo il ministro Tremonti ed il ministro Fitto e a loro porremo quelle che sono le nostre idee» da inserire nella manovra «in modo da far capire all'esterno che intendiamo difendere il Mezzogiorno».