Wojtyla, dopo beato anche santo? Tra frenate e accelerazioni
Per il Cardinale Angelo Amato: «Ci vorranno anni». Washington Post: Prima Giovanni XXIII
CITTÀ DEL VATICANO - Non è stato santo subito, ma è stato comunque presto beato. Al funerale di Giovanni Paolo II spuntarono tra la folla gli striscioni che invocavano la sua immediata canonizzazione. Il dubbio che quelle manifestazioni fossero orchestrate da cardinali vicini allo stesso Wojtyla, ipotizzato anche da qualche uomo di Chiesa, non toglie molto al fatto che il Papa polacco godesse di una ampia devozione popolare, la cosiddetta fama sanctitatis. E il suo successore, Benedetto XVI, ne ha tenuto conto quando, pur non accogliendo la richiesta di alcuni cardinali di una procedura fulminea, ha comunque deciso di accorciare le procedure ed ha avviato la causa di beatificazione senza attendere i cinque anni che passano di norma tra la morte e l'avvio dell'istruttoria.
La causa non ha avuto «facilitazioni» ma è stata pienamente rispettata la procedura prevista con «accuratezza» e «rigore» e «non ci sono stati sconti», ha avuto a spiegare il cardinale Angelo Amato, prefetto della Congregazione per le Cause dei Santi, per rispondere ai dubbi di favoritismo. Secondo il porporato salesiano, anzi, proprio «per onorare» la memoria «di questo grande pontefice» la causa «è stata sottoposta a uno scrutinio particolarmente accurato, per fugare ogni dubbio e superare ogni difficoltà».
Di certo, a un certo punto il processo sembrò arenarsi. Stava emergendo in tutto il mondo lo scandalo di alcuni preti pedofili, ma anche su altri fronti - le inchieste della procura di Roma su alcuni conti sospetti dello Ior, le indagini sugli immobili di Propaganda fide e la «cricca» che ruotava attorno agli appalti pubblici e, dal passato, i fondi neri verso il sindacato polacco Solidarnosc - il Vaticano di Wojtyla veniva coperto da ombre e sospetti. Anche tra i collaboratori di Giovanni Paolo II ci fu chi non avrebbe gradito tanta solerzia nel concludere il processo. Si disse addirittura che i cardinali Angelo Sodano e Leonardo Sandri non avessero voluto testimoniare - ipotesi poi smentita pubblicamente dallo stesso card. Amato.
Formalmente, però, non furono questi i motivi della decelerazione. Dai Sacri Palazzi, invece, filtrarono dubbi sul miracolo inizialmente scelto per la beatificazione. Suor Marie Simon Pierre, religiosa francese malata di Parkinson, era guarita in seguito alle preghiere di intercessione a Wojtyla. Ma un medico consultato dal Vaticano - è quanto affiorò - sollevò dei dubbi sul fatto che si fosse trattato proprio di Parkinson e non di malattie assimilabili ma non altrettanto gravi, i cosiddetti parkinsonismi. Dubbi poi sciolti, tanto che Ratzinger, a dicembre del 2009, ha firmato il decreto sulle eroiche virtù necessario a fare ascendere Wojtyla agli onori degli altari. E suor Marie sarà sul palco della veglia della beatificazione, domani al Circo Massimo.
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