20 aprile 2024
Aggiornato 13:00
Giustizia

Bersani: Alcune Toghe hanno invaso il campo della politica

«Il giustizialismo è contrario ai valori del Pd. Ma il Governo altera gli equilibri»

ROMA - «Abbiamo l'esperienza di un Governo che non rispetta la divisione dei poteri e, negli anni, non sono mancate invasioni di campo anche da parte di alcuni magistrati». Lo ha scritto, fra l'altro, il segretario del Pd Pierluigi Bersani, nel libro intervista da oggi in libreria Per una buona ragione edito da Laterza e curato da Claudio Sardo e Miguel Gotor, di cui diverse anticipazioni sono state fornite ai quotidiani.

«Vedo i problemi - ha scritto fra l'altro Bersani nel libro, secondo l'anticipazione fornita dal Riformista sul tema del rapporto politica-magistratura- e mi preoccupano molto. Abbiamo l'esperienza di un governo che non rispetta la divisione dei poteri e, negli anni, non sono mancate invasioni di campo da parte di alcuni magistrati. La torsione plebiscitaria del nostro sistema provoca quindi conflitti crescenti fra legislativo, esecutivo e giudiziari: uno dei primi compiti di ricostruzione della politica è proprio quello di ripristinare l'equilibrio costituzionale fra i poteri».

Nell'invocare il ritorno al rispetto della divisione dei poteri «non mi sento affatto - ha sottolineato ancora il segretario del Pd - un giustizialista. Anzi: considero il giustizialismo un atteggiamento contrario ai nostri valori. Ma che utilità ha polemizzare in astratto contro il giustizialismo? A volte il dibattito politico sembra solo cercare alibi per giustificare le mancate riforme, portando fieno in cascina ai populismi. La giustizia ha bisogno subito di riforme vere e veri investimenti. Bisogna ridurre sul serio i tempi dei procedimenti: la giustizia penale e quella civile sono scandalosamente lente. La politica è questo che deve fare. E' solo così che può recuperare l'autorevolezza per dire ai magistrati di rispettare con rigore i confini del proprio campo. Se invece si mostrerà ancora una volta incapace, non saranno certo mai le chiacchiere a ridurre la supplenza della magistratura, laddove si manifesta».