28 agosto 2025
Aggiornato 00:30
PDL

Berlusconi e il «casino» nel partito. Le correnti si muovono

Distinguo tra gli ex An, matteoliani candidano il Ministro a guida unica

ROMA - «Non fatemi parlare del Pdl, che mi rovino la giornata...». Silvio Berlusconi, quando discute del 'suo Pdl', non nasconde tutto il fastidio per un soggetto litigioso e, a suo dire, capace di rovinargli l'umore. Venerdì scorso, durante un pomeriggio speso ad ascoltare le lamentele di alcuni pidiellini, il Cavaliere si è scagliato contro un partito «capace solo di procurarmi problemi». Ascolta le ricette, Berlusconi, ma è lui stesso poi a troncare il discorso con l'interlocutore spiegando: «Non so come metterci mano, creerei molti scontenti e rischierei di fare un casino».

Casino forse no, ma la situazione è già caotica di suo. E' tornata la stagione delle cene, nelle prossime 48 ore i ristoranti romani saranno affollati di parlamentari del Pdl. Si riuniranno gli scajoliani, insieme con i parlamentari che aderiscono alla fondazione dell'ex ministro (in tutto una cinquantina). Si vedranno domani sera gli alemanniani, almeno una ventina. Ceneranno mercoledì i matteoliani, dicono una trentina. E magari anche i supporter di Liberamente avranno modo di parlarsi nuovamente, dopo la 'cena dei ministri' di giovedì scorso.

Nel mirino, ormai è chiaro, c'è l'incarico di coordinatore unico. Ammesso che Berlusconi, consapevole che il rischio è «di fare un casino» - e alla luce di risicati numeri parlamentari - decida davvero di varare quella formula. Se Denis Verdini e Claudio Scajola duellano nel partito, anche fra gli ex An la situazione non è del tutto tranquilla. Gli alemanniani, per ora sottovoce, non nascondono critiche al coordinatore. E i rapporti tra Matteoli e La Russa, riferiscono fonti dell'ex An, si sono raffreddati. Pare anche - a sentire fonti vicine ai due colonnelli - che in occasione dell'incidente parlamentare del ministro della Difesa con Gianfranco Fini il ministro delle Infrastrutture abbia manifestato qualche perplessità sull'atteggiamento del suo compagno di partito. Tanto che, secondo alcuni aennini malpancisti, se il Cavaliere decidesse di varare un coordinamento unico una parte (non maggioritaria) dell'ex partito di via della Scrofa potrebbe avanzare proprio la candidatura di Matteoli. «E' un fedelissimo di Berlusconi, un moderato, ben visto anche da alcuni settori del Pdl e sul quale La Russa non potrebbe certo mettere il veto», spiega un senatore.

Nulla è ancora deciso, com'è ovvio. Ogni anima del Pdl guarda alle amministrative come lo spartiacque della vita del partito. Lo dice Stefania Prestigiacomo, invocando una «svolta nel partito». Maurizio Gasparri, dalla sponda degli ex An, invita invece a scrutare in casa azzurra: «Quella che viene chiamata 'fibrillazione' non nasce per responsabilità nostra ma per una serie di botta e risposta avvenuti nell'area dell'ex Forza Italia».