23 aprile 2024
Aggiornato 11:00
Giustizia

Berlusconi al Quirinale, dal Colle nuovo monito su toni

Pdl in subbuglio, lo scontro in aula tra ex An ed ex Fi arriva anche in Consiglio dei Ministri

ROMA - Tutto ruota intorno al processo breve. Ostruzionismo e tensioni in Aula, scontri durissimi tra maggioranza e opposizione, ma anche lacerazioni nello stesso centrodestra, alimentate anche oggi dall'intervento di Massimo Corsaro che non è andato giù a una parte degli ex Fi. E, riferiscono fonti di governo, anche al Quirinale il discorso ha fatto capolino a margine dell'incontro fra Berlusconi e il presidente della Repubblica, assieme al dossier immigrazione che avrebbe lasciato molto soddisfatto il premier. Secondo le stesse fonti, il capo dello Stato avrebbe ribadito l'appello a evitare che la discussione parlamentare trascenda, dando un'immagine distorta del Parlamento. E, nello stesso tempo, a evitare forzature ed esasperazioni nel confronto in Parlamento su un tema così delicato.

In realtà, alla Camera anche oggi la giornata non è filata via liscia. A surriscaldare gli animi è stato l'intervento di Corsaro, capace di far infuriare settori scajoliani, Valducci, ex Dc e socialisti. Segno di un malessere più profondo, ennesimo capitolo di uno stato di tensione interno che sembra dividere sempre di più ex azzurri ed ex An. Miccichè, in modo poco diplomatico, ha dettato alle agenzie: Corsaro è un ex fascista e non mi rappresenta. Proprio il progetto di Forza Sud agita non poco il Popolo della libertà, dando fiato a chi nel partito reclama un soggetto federativo che porterebbe a un'ulteriore frammentazione correntizia.

Una prova si è avuta anche oggi, nel corso della riunione del Consiglio dei ministri. Riferiscono fonti di maggioranza che dal gruppo del Pdl della Camera avrebbero informato Gianni Letta di quanto accaduto stamane in Aula. Il sottosegretario, secondo un ministro azzurro, avrebbe richiamato tutti ad abbassare i toni, chiamando in causa anche La Russa. Il ministro non avrebbe gradito tanto che - secondo alcuni - sarebbe stato pronto a guadagnare la porta del Cdm se non fosse intervenuto Brunetta a mediare, sedando quasi sul nascere le polemiche.

Berlusconi, dal canto suo, avrebbe fatto sue le parole di Letta, invitando i ministri a tornare in Aula e a provare a gettare acqua sul fuoco delle polemiche. Il presidente del Consiglio è il primo a essere 'irritato' per la lentezza con cui sta procedendo l'esame del processo breve. Non è un caso se un suo stretto collaboratore, riferendosi all'ostruzionismo dell'opposizione, ha sentenziato: «Questi sono i limiti della democrazia. E poi dicono che siamo in dittatura». Ma Berlusconi vuole prima di tutto portare il provvedimento a casa, per questo ha ribadito a deputati e ministri che va garantita la presenza in Aula e, soprattutto, che bisogna preoccuparsi soprattutto di votare senza curarsi di quelle che ritiene le 'provocazioni' della sinistra.