1 settembre 2025
Aggiornato 04:00
Giustizia

Camera lavora in notturna su prescrizione breve. Csm: è amnistia

Pdl contro il plenum: «Interferisce sul lavoro delle Camere». Anm: «Disagio forte»

ROMA - La norma sulla prescrizione abbreviata è «una sostanziale amnistia». Il Csm, al termine di una lunga e tesa seduta a palazzo dei Marescialli ha espresso il proprio duro parere sul contenuto essenziale della legge sul processo breve sulla quale in seduta notturna la Camera è chiamata ad esprimersi, dopo l'altrettanto tesa giornata di lavori parlamentari fatta di ostruzionismo, contestazioni, polemiche.

La bocciatura del Csm è avvenuta a larga maggioranza: 21 i consiglieri dell'organo di autogoverno della magistratura a favore, contrari i 4 laici indicati dal centrodestra: Annibale Marini, Filiberto Palumbo, Bartolomeo Romano e Nicolò Zanon. Mentre non ha partecipato al voto il 'laico' leghista Matteo Brigandì.
«Il Csm - ha detto dopo il voto il Vicepresidente Michele Vietti - ha espresso la sua preoccupazione sulla misura di legge che prevede la riduzione dei termini di prescrizione. Lo ha fatto attenendosi rigorosamente alle proprie competenze senza toccare profili di valutazione di costituzionalità e indicando le ricadute che avrà sul sistema». Esprimendo «l'augurio» che Governo e Parlamento tengano conto del parere espresso, perchèm «il nostro è un contributo che diamo con lo spirito di leale collaborazione».

Dura e di tutt'altro segno la reazione della maggioranza. «E' sorprendente - hanno commentato i capigruppo del Pdl in una nota congiunta- la ostianzione con cui il Csm persiste nel voler interferire sul lavoro ancora in corso in Parlamento. Non aiuta certo la leale collaborazione fra istituzioni richiamata dalle istituzioni più alte».

In giornata anche l'Anm ha voluto rinnovare con una nota «la forte preoccupazione della magistratura per il merito e la tempistica delle annunciate proposte di riforma costituzionale e di alcune riforme ordinarie in corso di discussione in Parlamento». E ha ribadito «il forte disagio della categoria per i quotidiani attacchi e per il conseguente clima di tensione, accompagnato anche dall'organizzazione di manifestazioni di piazza in prossimità dei palazzi di giustizia e persino all'interno degli stessi, con grave rischio di turbamento della serenità dei giudici impegnati nella decisione di delicate controversie«