19 aprile 2024
Aggiornato 12:30
Il Presidente del Consiglio e Maroni lunedì si recheranno a Tunisi

Berlusconi: il rimpatrio è il nostro primo obiettivo

Il premier avverte che il governo tunisino è troppo debole per prendere decisioni drastiche. Ma il ministro degli interni ribatte: «dovremo convincerli o costringerli»

ROMA - «Io sono ottimista perché è interesse della Tunisia fermare dei giovani lavoratori nel loro territorio e penso che saranno molto allettati da quel piccolo piano Marshall che noi abbiamo cominciato a pensare», ha affermato il Presidente del Consiglio durante la conferenza stampa a palazzo Chigi al termine della «cabina di regia» sul tema dell’immigrazione.

BERLUSCONI: PER NOI LA SOLUZIONE PRINCIPALE E’ IL RIMPATRIO - Sull'emergenza immigrati «una decisione decisiva potrà essere assunta dopo l'incontro con il governo tunisino, ma il rimpatrio è per noi la soluzione principale», ha precisato Berlusconi dopo l’incontro con le regioni.

SONO OTTIMISTA, MA ANCHE PRONTO A RIVEDERE I NOSTRI PIANI - Il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, si è detto «ottimista» sull'esito dell'incontro che si terrà lunedì a Tunisi e quindi preferisce, almeno al momento, non prendere in considerazione altre opzioni per affrontare l'emergenza sbarchi, come per esempio il respingimento alle frontiere. «IO sono ottimista e preferisco rimandare a quel momento, ove emergesse una constatazione negativa, le decisioni che saremmo costretti ad assumere», ha detto in conferenza stampa.
«Io sono - ha aggiunto il premier - ottimista perché è interesse della Tunisia fermare dei giovani lavoratori nel loro territorio e penso che saranno molto allettati da quel piccolo piano Marshall che noi abbiamo cominciato a pensare».

AIUTEREMO I TUNISINI A VIGILARE LE COSTE - Il presidente del Consiglio ha garantito che per risolvere l'emergenza profughi il Governo «è stato in contatto con il nuovo governo della Tunisia ed ha raggiunto un accordo» nel quale il Governo tunisino si è impegnato a «fermare con una azione di prevenzione e contrasto l'uscita illegale cittadini dal loro paese: è un reato in Tunisia uscire dal paese senza autorizzazioni».
L'Italia, ha spiegato il premier, si è impegnata a offrire «credito e fornitura di equipaggiamenti alle forze di polizia tunisine, veicoli e motovedette per un valore vicino a 100 milioni, con forniture che dovrebbero iniziare a metà aprile».

A TUNISI GOVERNO CON POTERI LIMITATI - Secondo il premier «il governo tunisino non è eletto dai cittadini, ha una situazione di debolezza che non gli consente interventi drastici ma deve limitarsi a interventi di buon senso che non suscitino la reazione della popolazione». Per questo «non si sono fermati in seguito a questi accordi i cittadini che lasciano la Tunisia e vengono da noi come primo approdo».

L’UNIONE EUROPEA DEVE INTERVENIRE - Il premier Silvio Berlusconi ha assicurato che continuano le «pressioni» sulla Commissione Ue e ha annunciato di avere «in programma un incontro con il presidente» per discutere dell'emergenza immigrazione.
Berlusconi ha insistito: «Anche l'Europa deve intervenire dando il suo apporto». Il premier ha ricordato che «nell'ultima riunione dei capi di stato e di governo avevo fatto introdurre l'impegno di un intervento diretto della Ue a sostegno dei paesi che sarebbero stati presumibilmente toccati da questa immigrazione: Malta, Grecia, Italia, Francia e Spagna».

SIAMO COLPITI DA UNO TSUNAMI UMANO - L'emergenza immigrazione è provocata da uno «tsunami umano» che ha portato in Italia già «ventimila» migranti, ha sottolineato il premier.

MARONI: BISOGNA CONVINCERE LA TUNISIA CON LE BUONE O CON ALTRI SISTEMI - «Lunedì si tratterà di convincere, e se serve costringere, la Tunisia a tener fede agli impegni presi». Lo ha detto il ministro dell'Interno, Roberto Maroni, secondo il quale «la strada maestra è la collaborazione della Tunisia, ma finchè non attuano gli accordi sarà difficile porre fine all'emergenza», ha spiegato in conferenza stampa a Palazzo Chigi dopo l'incontro con le Regioni.

AL VAGLIO ANCHE LA CONCESSIONE DI PERMESSI DI SOGGIORNO PROVVISORI - La collaborazione con la Tunisia sul controllo delle frontiere è una delle condizioni per superare l'emergenza umanitaria a Lampedusa. Ma non la sola. Il ministro dell'Interno, Roberto Maroni, ha annunciato infatti che è allo studio la possibilità di utilizzare i permessi di soggiorno temporanei per gli immigrati che vogliono ricongiungersi con i familiari di altri paesi europei (in primis in Francia). «Se volete - ha sottolineato Maroni - è anche uno strumento di pressione» verso l'Unione europea per attuare la solidarietà. Questo è uno strumento previsto nel nostro ordinamento» e consente di superare i vincoli legati dagli accordi di Schengen per la libera circolazione dei cittadini.

POLVERINI: NESSUNO DI NOI VUOLE LE TENDOPOLI - «Nessuno di noi vuole le tendopoli». È quanto ha detto il governatore del Lazio, Renata Polverini, al termine della riunione a Palazzo Chigi. Il governatore del Lazio ha spiegato che su questo punto sono d'accordo gli enti locali che non vogliono che siano calate decisioni dall'alto che possono creare tensioni sui propri territori.
Viene invece invocata la strada di un coinvolgimento delle organizzazioni, come la Protezione civile, del volontariato e anche religiose, nell'accoglienza degli immigrati.

VENDOLA: IL MODELLO MANDURIA CREA TENSIONI E GIUSTIFICATE PAURE - Il modello 'Manduria' è un modello sbagliato. «È necessario evitare la concentrazione degli immigrati in pochi luoghi come ad esempio nelle tendopoli che rischiano di diventare luoghi ingestibili e di paura sul territorio». È quanto ha detto il governatore della Regione Puglia, Nichi Vendola, al termine della riunione della cabina di regia. Secondo il governatore della Puglia, è «impossibile immaginare forme di respingimento collettivo» poiché è impossibile distinguere la differenza tra 'chi è profugo' e 'chi è clandestino'.