31 luglio 2025
Aggiornato 04:30
Prolusione al Consiglio permanente della CEI

Bagnasco: Basta reclamizzare e recriminare, all'Italia serve il dialogo

«Il paese ha un estremo bisogno di ricomporsi. La Politica sia seria e concreta»

ROMA - «C'è bisogno che tutti agiamo senza troppo reclamizzare e senza continuamente recriminare»: lo ha detto il card. Angelo Bagnasco, presidente dei vescovi italiani, in un passaggio della prolusione al Consiglio permanente della Cei dedicata alla politica italiana.
«L'Italia ha un estremo bisogno di ricomporsi, quasi raccogliendosi in se stessa e radunando le proprie energie migliori, per metterle tutte in circolo e produrre un passo in avanti, fuori dagli immobilismi come dai proclami apodittici», ha detto Bagnasco.

«PARTIRE DAI DATI DELLA REALTÀ» - «Non tocca a noi Vescovi - ha sottolineato - suggerire spinte di tipo politico, e dunque neppure di misurare i tempi o cadenzare i passi della comunità civile. Possiamo invece ricordare a tutti le conclusioni tratte da quanto ogni giorno osserviamo: il Paese ha un insopprimibile bisogno che si parta dai dati della realtà». Per l'arcivescovo di Genova, in questo senso, «c'è bisogno di una riflessione partecipata, al fine di scegliere e rispondere. C'è bisogno che tutti agiamo senza troppo reclamizzare e senza continuamente recriminare, avendo il gusto di stupire la comunità nazionale per il fervore dell'impegno, per la capacità di dialogo, per l'efficacia delle azioni, utilizzando al meglio tempi, spazi, occasioni».

SERIA DIALETTICA - «Più che di scomuniche reciproche, la collettività ha bisogno - ha affermato ancora Bagnasco - di una seria dialettica, che esalti i ruoli a ciascuno affidati dal cittadino-elettore. E' a partire dall'applicazione alle urgenze congiunturali, che è preferibile recuperare - tessera dopo tessera - il mosaico di una visione, di cui pure si sente la necessità: la visione cioè di dove stiamo andando, e perché dobbiamo affrontare determinati sacrifici. In questa stagione, tuttavia, conviene farsi guidare anzitutto dal criterio della concretezza: essa dà credibilità».