24 aprile 2024
Aggiornato 06:30
Governo

Romano «furioso» per lo stop, Ir manda segnali al Premier

Pid assein Aula. Berlusconi vedrà mercoeldì i Responsabili

ROMA - Ieri sorrisi a go go, e una grande loquacità. Saverio Romano era certo di essere a un passo dalla nomina a ministro delle Politiche Agricole, già pronto - se fosse arrivata la telefonata - a recarsi al Quirinale per il giuramento già questo pomeriggio. Ma quella telefonata non è arrivata. O almeno non nei toni che il leader di Pid si aspettava.
Il «rimpasto» è rimasto bloccato anche perchè Silvio Berlusconi nell'incontro con Giorgio Napolitano non si è presentato soltanto con la richiesta di nominare due ministri (lo stesso Romano e Galan ai Beni Culturali), ma con una «proposta» più complessiva che prevedeva anche un allargamento del numero delle poltrone attualmente disponibili.

Romano, racconta chi ha avuto modo di parlarci, non ci sta. E non è un caso se per domani abbia convocato una conferenza stampa affiancato dagli esponenti dei Popolari dell'Italia di domani che fanno parte di 'Ir', mentre tutto il resto delle istituzioni sarà invece impegnato nelle celebrazioni ufficiali per i 150 anni dell'Unità d'Italia. Il presidente del Consiglio ha ben chiari i malumori che stanno fermentando nel gruppo dei 'Responsabili': in molti, d'altra parte, avevano chiaramente detto al premier di non gradire l'opzione di un upgrading ministeriale per il solo Romano e di aspettarsi piuttosto un 'pacchetto' di nomine completo anche di sottosegretari e vice ministro. Anche per questo il premier ha convocato tutto il gruppo per la prossima settimana, forse mercoledì.

Ma intanto i Pid hanno già mandato un segnale molto chiaro oggi al Cavaliere, assentandosi in blocco (Romano, Gianni, Ruvolo, Pisacane e Grassano) nella votazione sull'election day in cui il governo ha rischiato grosso, salvandosi soltanto grazie al radicale Beltrandi che non ha votato come il resto dell'opposizione.
Sullo stop a Romano, oltre ai veti incrociati di altri Responsabili e ad alcune perplessità che sarebbero state fatte filtrare dal Quirinale, avrebbe pesato anche la voce di Gianfranco Micciché. Il leader di Forza del Sud, che ieri è stato ricevuto a palazzo Grazioli dal premier insieme ad altri esponenti di movimenti meridionalisti, non avrebbe gradito l'ascesa di Romano con il quale, tra l'altro, si 'contende' il bacino siciliano. Peraltro anche nei movimenti a trazione Sud starebbero emergendo perplessità sulla possibilità di creare un unico grande partito che abbia come leader proprio il sottosegretario alla presidenza del Consiglio.