3 ottobre 2025
Aggiornato 06:00
Giustizia

Prove di dialogo Alfano-Finocchiaro sulla riforma

Ma confronto in salita, per il Pd c'è risentimento verso le toghe. Il Ministro: «Se aspettiamo che ci sia un cielo sereno tra Berlusconi e la sinistra le riforme non si fanno mai»

ROMA - Prove di dialogo tra il Guardasigilli Angelino Alfano e il presidente dei senatori del Pd Anna Finocchiaro. Ma il confronto, a giudicare più dalle espressioni che dai termini del dibattito, è piuttosto in salita.
Finocchiaro ha infatti sostenuto, parlando a Porta a Porta che «con il suo continuo attacco alle istituzioni, quando Berlusconi parla di riforma costituzionale della giustizia, è difficile che non appaia mosso da un certo risentimento nei confronti delle toghe». Immediata la replica del ministro Alfano il quale ha immediatamente declinato la «trilogia» del perfetto confronto.

TRE POSIZIONI IN CAMPO - «No - ha detto il ministro - a posizioni ideologiche preconcette e, soprattutto, basta attese. Se aspettiamo che ci sia un cielo sereno tra Berlusconi e la sinistra - ha proseguito - le riforme non si fanno mai». Per questo, il ministro ha sottolineato il fatto che la revisione costituzionale della giustizia è stata presentata a mezza legislatura. «Ora - ha aggiunto - il Parlamento ha una buona occasione. Sono sicuro che assisteremo a tre posizioni, chi è favorevole a riformare tutto, chi è contrario a prescindere e chi invece è predisposto all'ascolto e magari a condividere alcuni aspetti della riforma. Mi auguro che il più grande partito dell'opposizione, il Pd, voglia appartenere a questa terza categoria».

DISCUSSIONE COSTRUTTIVA - Nella conferenza stampa di ieri mattina dopo il Cdm, lo stesso presidente del Consiglio Silvio Berlusconi ha investito il suo Guardasigilli del ruolo di pontiere tra Governo e opposizione, un ruolo che Alfano ha iniziato a svolgere con perizia fin da stasera, lasciando a Finocchiaro numerosi spiragli per intavolare una discussione costruttiva. La senatrice del Pd, pur avendo sostenuto di «non essere una conservatrice e di non essere ostile alle riforme», ha concluso ribadendo che il clima che si respira in Parlamento e nel Paese non è dei più adatti a una riforma costituzionale.