Governo pronto al varo della riforma, Berlusconi guarda al Colle
Il Premier non vuole strappi ma prevede una dura reazione della «casta delle toghe»
ROMA - Approda in Consiglio dei Ministri la proposta di riforma della Giustizia del Governo Berlusconi che ieri il Guardasigilli ha illustrato nei suoi capisaldi al Quirinale e che il Premier, raccontano diversi quotidiani sul vertice notturno del Pdl a palazzo Grazioli, è tornato a difendere con determinazione e ostinazione, definendola ancora una volta «epocale, storica» ed «una opportunità per il Paese da non sprecare, fatta per i cittadini e non per me».
EVITARE STRAPPI - Berlusconi, inoltre, sarebbe stato molto esplicito con il ministro della Giustizia Angelino Alfano, sulla necessità di evitare ogni strappo sulla riforma con il Presidente della Repubblica che è anche il Presidente del Csm. «Non voglio litigare subito con Napolitano - è l'esortazione che La Repubblica attribuisce al Premier- portiamogli un testo ragionevole. A me interessa andare avanti e approvare la riforma, non provocare la rissa».
REAZIONE DELLE TOGHE - Da questo punto di vista, riferiscono i quotidiani, Berlusconi ha battuto e ribattuto sulla necessità di una comunicazione basata sul messaggio di «una riforma nell'interesse e a vantaggio di tutti» e non ad personam, a misura dei suoi problemi con la Magistratura. Ma il Premier, sottolinea in particolare il Corriere della sera, è convinto che proprio la reazione della toghe sarà il maggior ostacolo sul cammino della «riforma epocale». «La casta delle opposizioni e dei magistrati si metteranno in ogni modo e con ogni mezzo di traverso», avrebbe detto.